Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

ninne Sovietica, bauco d.i prova del• la maturità politica e della coscien– za morale dei militanti. Su quest'ul– timo punto, a processi ultimati e a situazione ristabilita, così poteva ri– tenersi riassunto il pensiero del co• munismo internazionale: te L' inse• guamenlo della storia, dopo la co– btitu:.r.ione dell'Unione Sovietica, fa sì che, nella nostra epoca, la <1uc• stionc Jclic guerre, giuste o ingiu– ste, e la queslio11e del patriottismo, per i lavoratori di tutlo il mondo, siano chiaramente risohc nel senso c:hc ogni atto diretto coutro l'Unio• ne Sovietica è ingiusto; ogni al':ione dcli' •Linione Sovietica è suggerita dalla pili grande giustizia, perchè essa è intrapresa per il bene degli operni di tutte le nazioni del mon– do e per quello dell'umanità inte– ra)) (discorso del ministro cccosclo– vacco Kopeki, Rude Pravo, 5 mar• zo 1952). Se vi fose sta lo bisogno di mi le5t (ma quanti se ne erano gìi, avuti) per vedere fino a che punto In dipcn<lcnza di giudizio e la fidu– cia ne!Je versioni ufficiali era pene– trata nel partito italiano (come del resto in tutti gli altri), esso venne in quello stesso gennaio 1953, quan• Jo, sulJa Pravda del 13 mattina, ap– parve la notizia del complotto dei medici, responsabili confessi di aver assaBsinato Zdanov e Scerbakov e di accingersi ad assassinare gli altri ca– pi sovietici. L'Unità non solo non ebbe un istante di duhbio sulla ve– ridiciti1 del fatto, ma il giorno do– po aveva già scoperto i mandanti. « Gli Allan Dullcs ricorrano alla lo– ro e( azione direHa >1, ma sappiano che non è con i pugnali o con i ve– leni, con i metodi da gang$ter che si fermano i grandi processi storici. Lo dovrebbero comprendere oggi CJUando un gruppo dei loro agenti smascherato, appare completamente isolato, lurida scoria che un grande popolo, stretto intorno ai suoi diri– genti, Ja.;cia cadere nella sua marcia che gli Allan Dulles non saranno mai in grado di formare ». E una set– timana pilt tardi, poichè <fu.alche voce dubbiosa si era levata nel mon– do circa la struordinnricti1 dell 1 av– ,,cnimcnto che rappresento.va infatti <Jualcosa di veramente inedito nel campo della criminalit.it politica (a quell'epoca non erano ancora stati rivcluti i crimini di Stalin), dopo due sdegnosi inter,•cnti di tPescnti (alla radio) e di Rohotti, vi tornava Sopra con un articolo di Renato Mieli: c1 Inutile quindi che i loro difensori d'ufficio nel nostro paese versino la. grime ipocrite sulle vittime di si– mile politica. Se la prendano, se credono, con i loro ·ispiratori e sov– venzionatori d'oltre oceano. Quanto a noi non possiamo se non augurar– ci che tale innovazione <·riminale nei rapporti internazionali venga il-tron– cata ccc, ccc. )') (I/ Unità, 23 gen– naio 1953). Tutto bene, dunque; In strada era tracciata e non restava che seguirla, Era una grande strada maestra, di• ritta, larga, seminata di citazioni, <li ammonilnenti, di parole d'ordine; una grande strada pedagogica, per procedere sulla quale bastava tener presente un detto che non era nem– meno comunista: « Dobbiamo, per non smarrirci mai, essere sempre pronti a credere nero ciò che vedia– mo bianco, se la chiesa gerarchica cosi lo definisce». Non c'era ormai più nulla, nè sul terreno dell'ideo• logia, nè su quello politico o mora- 293

RkJQdWJsaXNoZXIy