Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

siderati nel loro contesto, potrebbe– bero far credere. La sua obie7.ione nl sistema delle « stelle )I che regna nei teatri oggigiorno non fu motiva– to dal desiderio di brillare, ma da una esigenza artistica che considera– ,,a un'o1>en1 o un concerto come un insieme in cui ogni parte, ogni stru– mento, contribuiva al suono musica– le e agli effetti tcalruli che erano n<'lla mente del compositort!. E' chiaro che il ruolo del diret– tore d'orchestra è da una parte cer– care di comprendere ciò che è neJla mente del compositore, e dall'altra indirizzare questo significato verso 100 o più s1rumenti~ti Je cui varie parti, prese a sè, hanno ben poco significato, ma che. in un equilibra– to complesso, producono In i.ncom– parnbilc musica di llcc1hovcn o ~i Mozart. Per Toscanini era inconce– pibile che perchè un cantant<' avesse la melodia, tutto il resto fosse di mi– nore importanza; non piì:1 <li <1uan– to, in una sinfonia, pcrchè i violini avf', 1 ano il tema, gli altri strumen– li dell'orcheslra dovessero essere re– legati in un grigio 8fondo di am– muffito accom1>agnamento. Tullo ciò che il compositore s<"ri~se, i se• gni come le note, fo scritto per es– sere osservato, e il dirrttore che li ignorai manca al suo compito. Alla ricerca della vcri1i1 musicale Toscanini non si risparmiò nè sul podio nè fuori. I giorn:ilisti ci ri– cordano sempre che Toscanini non diresse mai con lo spartito. Cìò che essi avrebbero dovuto dire anche era che egli aveva studiato cosi 3 fondo, prima, la par1itura che dove– va dirigere, da non aver bisogno dello spartito al momento dell'ese– cuzione. Questi giornalisti dovreb- 320 bero citare anche le sue osservazio– ni ad un giovane direttore che gli chicde,•a consiglio: « Le dirò il mio segreto; tutta la vlla ho studiato gli spartiti ». Ad un altro giovane col– lega disse: « Lei non deve dirigere un pezzo lìuchè le note non siano uscite dallo carta e siano diventate vive nella sua teslu e nel suo cuo– re >1. Un uomo che sentì la musica in questo modo non 11oteva essere un autocrate e ottenere i risultati che egli ottenne, pili di quanto uu anarchico possa spernre di ottenere la socic1à libera imponendo la liber– tà. Toscanini rngr;iunse le sue me• te con l'esempjo e con l'integrità. Toscauini può essere esigenlis:si- 1110 con i musicisti che lavorano con lui, mn <'gli domanda di pili a se stesso. ,e Guardate me», egli dice alle prove, 1( guv.rdnte qucslo vec– chio! >J E battendosi il petto: «Io dò tutto, tulio di me!" E questa non è ,•ana auto-esaltazione. EgH non 1ra1. tiene niente <JUnndo è sul podio - nè conccntrazionr, nè ira, nè e• nergia. La musica lo assorbe tutto ed egli non può sopportare i colla– borntori che non danno nella stessa maniera. Per coloro che lo fauno egli ha \lii a!Tcllo immenso. Uno. volto. indicò un uomo neWorchcstra e disse orgogliosamente: 11 Guurda– telo, suda pili di me! » (*). L'impulso verso la perfezione è inesorohile e non i,uporta se egli stesso o altri ne soffre en. route. In Ire differenti occasioni egli tentò di incidere La Mer di Debussy con la N.B.C. Synphony, e ogni volta rifiu– tava il risultato finale. Aveva speso il suo tempo e la sua energia senza

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