Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

o vivere come prima: bisognava mandarli nei manicomi. Tutta la cit• là sapeva che la gente veniva assas. sinata, che esistc,·ano camere di tor• tura, che Ronzanski strappava per• sonalmente le Wlghic 3i prigionieri, che i prigiouieri venivano spesso co. streui a rim.:i.nerc in piedi per tre settimane nei loro stessi escrementi, ('I.e un'altra forma di tortura era cli vcr:.are acqua sopra ln gente e farJa uscire alf aperto in inverno perchè gelasse. Le masse non osava– no crit:carci; le loro bocche veniva. no sigiliatc ed c&se si allontanarono J:i noi per la nostra ipocrisia: noi di(·cvumo una cosa e ne facevamo un'altra. Amavamo il potere; inve– ce tli insegnare al popolo a pensa– re, noi gli in,;egnavamo n ripetere degli slogans. Per ma111cnere il no• stro po1crc su un popolo che ha le grnndi tradizioni del 11os1ro nella lotta per la liberti,, abbiamo accet• Iulo di <:rcare un apparalo di OJJpres• sionc. È questo che ci ha portalo nelle terribili condizioni nelle qua• li ci troviamo e.ttualmente ». Ma di fronte a rivelazioni di que• sto geuere tutto ciò che si riesce a dire è che chi si ribella a un tale stuto cli cose è un teppista sovvenzio– nato dagli imperialisti. No, onore• vole Togliatti, il nemico non è così lontano. La tragedia è molto atro. ce, il hoia è dentro le mura, esso fa le leggj_ tiene in mano le chiavi del. le carceri, comanda alla giustizia, va e viene da l\fosca i voi 1icte stati suoi ospiti, lo avete lodato e portato ad esempio, vi siete costituiti garanti deHa sua condotta. E ora il modo stesso con cui parlate rH queste cose, ora che ne siete costretti, incerti se chiamarle crimini od errori, dimo- 300 stra non la vergogna e l'ira di esser– ne slali complici inconsapevoli, ma il fastidjo che non si sia potuto evi• tarne la denuucia, e che la gente ve ne chieda conto. . Nè si dica che qustc cose non toc– cano il partito italiano, se non altro perchè, essendogli mancato il pote– re, non ha potuto macchiar.sene. Vi sono azioui che non o<·corre com• mettere, basta giustificarle, per re– starne corrotti. E proccdimenli che non occorre finiscano nena torlura: anche se la messa in scena è simboli– ca ottengono lo stesso risultato, av– velenano i rapporti, creano in chi vi partecipa una complicità vergogno– sa. Per cavirlo basta ritrovarci qual• che volta con gli amici di ieri. Una gioventù che, nata nel fascismo, ave• va saputo giudicarlo e liberarsene, che aveva fatto la guerra e la resi– stenza, che aveva aderito al comuni– smo con un bagaglio di ideali e di entusiasmo, con una volontà di lavo– ro, con una fiducia nel proprio paese e nel proprio popolo, che certo non ave,·ano i vecchi. Che cosa ne Bvete fatto? Sono diventati dei piccoli ca. suisti filistei, propagandisti anche con se stessi, con una morale da az. zeccagarbugli che farebbe orrore a ciò che erano dieci anni fa. Come avete potuto avvilirli così? Che CO• sa gli avete rubato? Erano la miglio– re gioventù, la pi\1 intt'lligente, CO• raggiosa e disinteressata; oggi cerca grottesche giustificazioni a cose che non ha il coraggio di chiamare con il loro nome, perchè le farebbe 11pa• vento. Questa è la prova più penosa e più dura del dramma comunista: una gio,·en1\1 che voleva cambiare il mondo e per la quale dopo dieci

RkJQdWJsaXNoZXIy