Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

})Ossonodarè ad un uomo il diritto di un l81e Jinguaggio? li fatto è che questo sottile« teorico >1, <1uestopro• fcssore di marxismo, fatti tutti i conti e tirate tutte le somme, non riesce a vedere quello che i pi l1 scm• plici e sprovveduti hanno vislo e ca• pito, e per spiegare le cose tutto ciò che sa fare è un tentativo di rivalu– tazione, del fa.,;cismo, che nè trovo basi nello. teoria che 1 egli predica, nè prove nei falli. E con lui una turba di intellettuali che hanno pas– pato questi dieci anni sulle pagine di Gramsci a studiare e teorizzare i consigli operai, oggi non riescono a riconoscere quei-li consigli nell'uni• co luogo al mondo in cui si sono for– mati cd operano, in condizioni di tragiche difficoltà, di terrore e di morte, Questo chiamano « cultura impegnata )>. Si sono così abituati a ripetere coi loro testi che l'avan• guardia del proletariato è per dcfi. nizione il partito comunista, e alla testa di questa avanguardia è 111di– rezione del partito, che nemmeno riescono ad accorgersi che I' avan– guardia popolare in Ungheria oggi non è quella che opera al ri1,aro dei carri armati stranieri, ma è nei con• sigJi operai fuori legge, là dove si difende, contro il governo, coutro i russi, contro tutto, l'autonomia del potere operaio, la sua dignità e il suo diritto. Così, assumendo e <li• fendendo queste posizioni, con tutto ciò che esse com1>ortano per il pro• letariato italiano. dall'incertezza, al– la divisione, all'isolamento, il « par– lito della classe operaia» si pone oggi obbiettivamente alla sua retro– guardia, la tir.a indietro, non vuo– le che capisca; ad altri è già passa– to il compito di dirle le dure verità, 296 di non mentirle, di essere al suo fianco per prepararle insieme. le condizioni della riscossa. I sintomi della crisi vanno del re• sto molto al di là di un episodio, per discri,ninante che sia; essi sono riconoscibili da qualunque punlo sì guardi alla condotta del partito: ideologico, politico, organizzativo. morale. Non ci si risveglia dallo sta– linismo senza scosse, non si parla impunemente per anni un linguag– gio di mistificazione, non ci si assn• mono rcsporuabilità morali come quella di garantire con la pl'Opda testimonianza la regolarità e fa le. galità di procedimenti giudiziari (si rileggano, se si vuol vedere a quale punto di ignominia si fosse arriva– ti, articoli come quello di Ottavio 1Pastorc, Il processo Kostov, l,'Uni• tà, 16 dicembre 1949, o sullo stesso giornale le corrispondenze sul pro• cesso Rajk di Luca Trevisani: pro• se, occorre dirlo, che solo nella più abbietta letteratura nazista possono trovare un punto di contatto); non ci si nutre per anui ,li una unani• mità devota e sottomessa, senza che ne resti traccia. E questo tanto più in CJUanto,nonostante le ripetute nf. fonuazioni in contrario, di questo bagaglio non ci si è affatto liberati; esso continua a pesare sulle persone e sulle cose e continuerà a pesare su di esse, sui loro atti e sui loro pen– sieri fino a quando non una confor• mistica e untuosa autocritica, ma una spietata denuncia, che dai faui risalga ai principi, che abbia l'one– sto coraggio di chiamare le cose col loro nudo nome, che voglia sul serio vedere e capire, senza devozioni, senza riguardi e senza ipocrisie, non

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