Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957
quando si è svuotato di quei prin. cipi od ideologie che ue costituiva– no la sua vera forza iniziale. E' difficile, quindi, farsi capire in un mondo avvelenato d'autorità e di ubbidienza. E' ditficile far eapire che Je strade facili, come c1uellc del 1 <parl:unc.nlarismo >) o della « ditta• tura del proletariato » nou fauno ni– tro che ribadire le catcuc che da se• coli tengono incatenati gli uomini. Non ci siamo mai nascosti <1ues1c e ben altre ancora di(ficoltit e siamo sempre stati convinti che per prcpa· rare un :wvcnire migliore per noi e le future generazioni, sono necessari lunghi a1.mi di lavoro, di sacrifici, di dure lotte. Dopo queste considcrnzioni qual– cuno potrebbe chiederci che rela– zione ci sia tra esse e la probabile convocazione di un nostro Con– gresso. La relazione c'è. Il discorso è ri– volto a tutti coloro che chiedono la convocazione di w1 Congresso con la spernnza che esso ci indichi vie nuo– ve di azioni o ci mella sulla &lrada del /Me, nella nuovn situaz.ionc, creata dagli avvenimenti. Per slatnre illusioni e per jmpedi– rc che il Congresso rimanga slerile di risultati, è bene dire che esso sa– rit quello che ciascuno di noi vorrà che sia: il risultato delle "olontà di fare di tutti, delle esperienze di cia– scuno, delle proposte di lavoro che "i saranno fatte, delle critiche co– struttive che potremo udirvi. Ecco, quello che sarà il Congresso. Perciò bisogna prepararsi ad esso con ullo spirito nuovo, bisogna andarvi con volon1ì1 di intese, di accordi di la– voro, e di impegni da assumere e sopratutto da mltntcnere. Il prossimo congresso non dovreb– be, quindi, essere unn ripetizione dei precedenti e dovl'ebbe secondo noi: - Evitare le discussioni teoriche, astratte; le dichiarazioni di prinei- 1>i,ccc. Dal primo congresso di Napoli (seltembre 1944) al con"egno ulti– mo di Livorno (marzo 1954) ci sin. mo incontrati dicci volte, in congres– si e in convegni, cd abbiamo avuto modo di chiarire bene le nostre po– sizioni e di definire il nostro orien– tamento anarchico. Sulla nostra stampa abbiamo se– minato in abbondanza le nostre idee, abbiamo riaffermalo di Irec1uente i nostri atteggiamenti cli Cronte agli « allri ». Le situazioni cambinno ma c'è il punto cardinale - l'anarchismo - capace di orientare sempre tutta la nostra azione. - E"itare il tema dcli'« organiz– zazione ». Chi non ha ancora idee chiare in proposil.o cerchi nelle mozioni del Congresso di Carrara o nelle discus· sioni fotte sulln uostrn slampn, quel– lo che è già stuto dc1to in proposito e tro,,erà che sempre abbiamo soste– nuto che la sola orgnnizzazione pos- 1<ibile in mezzo a noi è quella che considera llllica realtà operante il gruppo locale, i militanti singoli. Ognuno di noi è libero di stringe– re contatti o di nssociarsi con chi crede, è libero di prendere iniziati. ve indi\'iduali o di proporre inizia– tive di gruppo rispondenti a neces– siti1 locali o oltrepassanti l'interesse della cornuuiti1 iu cui vive. Sbagliano coloro che attribuiscono la nostra poca attiviti1 alln mancanza 249
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