Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

della successione di errori che voi de11unziate al principio della vostra lettera». E continua: « / giornali sovietici e la stampa comunista minimizzano all'estremo la partecipazione delle masse popolari, e d' una frazione importante del partito comunista, agli avvenimenti (come se soltanto qualche operaio scontento fosse sta· to ingannato dagli hortysti) e fa il silenzio sul carattere sociali.sta dei consigli d'operai, di sol<lati, di con• tadini e di studenti. Perfino a Gyor, che è stato presentato come un ce"• tro di discordia fascista, il vecchio militante comunista Attila Szigati, dirigente del consiglio operaio, ha dichiarato a un cronista: "Voglia• mo il vero socialismo e la partenza clei russi. Non vogliamo aver niente a che fare col vecchio regime di Horty" ». Sartre dic'biara quindi che la va. lutazione degli scrittori comunisti francesi e' oppone a quella degli scrittori sovietici: « No11- pensate che, in un Paese che vive da dieci anni sotto un regime di democrazia popolare, in cui i grandi feudatari wno stat.i espropriati e i gran.di set• tori dell'economia nazionalizzati, le basi sociali ed economiche del fa• .1cismo si trovano estremamente in-– debolite e che è pressochè impossi• bile annullare l'essenziale delle con• quiste? Sotto questo aspetto, la si• tuazione ungherese ci sembra molto cli_fferente da quella dell' Ucraina nel 1919, vale a dire meno di due anni dopo la rivoluzione d'ottobre, <Juando le nuove struuure erano ap• pena costituite. Nei nostri tempi, il campo delle democrazie popolari non ha cessato d'estendersi e di rin– forzarsi . .Perciò non pos.1iamo vede- re nei reazionari ungheresi un peri– colo altretta11to temibile quanto quella che rappresentava flitler nel 1939 ». << Noi crediamo che w1a classe O· peraia,, che è capace oggi di mante– nere le sue rivendicazioni con un' e• nergia così feroce, e in, tali ristret• te::.:::.e, sarebbe stato, capace, col co– mitato dei soldati, di domare i suoi fascisti e di far regnare l'ordine nel suo Paese. Pensiamo che questo com• pito, all'alte:::.::.a delle sue forze, le spellava di diritto (con Wtti i rischi e i sacrifici che avrebbe rapprcsen• tato per lei). Crediamo che gli ope• rai, i contadini, i soldati e gli intel– lettuali ungheresi erano i soli a pO• ter promuovere un, regime socialiMa adattato alle COruli:::.ioni del loro Pae• se e deploriamo profondamente che le trupJ>e sovietiche, nella impos• sibilità di fare una cliffere11zafra gli insorti reazionari e la popolazione, colpendo indistintamente a destra e a sinistra, abbiano gravemente com· promesso questo esperimento e que– sta spera11,za ». E conclude osservando che u se l'esercito ro.uv si ritirasse ora, non potrebbe venire accusato di indie• treggiare di fronte ai fascisti, ma si ritirerebbe davanti alla sola volontà degli operai unghere.1i. Qu11leprez– zo si sarebbbe dovuto pagare, dite voi, per gli errori commessi in Un-– gheria? ... Ma fin da ora un prezzo molto gravoso ha dovuto esser paga• to in Occidente per l'intervento !O• vietico. Non sono soltanto gli am• bienti intellettuali ad essere sconvol– ti. La classe operaia si trova di nuo– vo profondamente divisa, la mag– gioranza dei lavorat.ori dell'Europa occidentale condanna l'aueggiamen-– to del vo.1tro governo ,. 135

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