Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956
è tutto oro di zecca. I metodi adope– rati con successo nello studio di SO• cictà tribali, per esempio, danno risultati piuttosto meschini e spesso erronei, per quanto sempre istrutti– vi c1uando vengono applicati allo stu. dio di civiltà vaste e complesse co• me l'americana, la francese, la giap– ponese o Ja russa. L'antropologia studia le società u– mane nei loro periodi di vita indi– sturbata, nel loro aspetto statico, per così dire, mentre la storia si occupa precipuamente di quelle convulsio– ni che ne modificano Ja struttura e la composizione, delle sue fasi di– stnittive e rinnovatrici. Ci son tanti modi di studiare la storia, e ancor pii'1 di non studiarla. Materia vastis• sima e Ira tutte la più esposta a fal– sificazioni, a semplificazioni ingenue e maligne, se ne invoca e se ne ri– spetta l'autorità a seconda che fac– cia comodo o no, vi si immettono le passioni più calde, e quel senso cri– tico e quell'oggettività relativa che 6i riesce a mantenere in altre disci– p]ine, ci abbandonano quasi sempre quando si tratta di vagJiare avveni– menti del passato che banno riscon– tri o discendenze nel presente. La etoria e la politica di ieri come la politica di oggi sarà la storia di do– mani. Si ripete, ed a ragione, che lo studio della storia aiuta a capir la politica e che la partecipazione alla vita politica aiuta, inversamente, a capire la storia. A maggior ragione ai può dire, però, che le conchuioni tratte dallo studio dell'una e appli– cale all'interpretazione dell'altra so– no pure la fonte di Craintendimenti ed errori senza pari. Tutte 1e fiJo. sofie della storia, metafisicamente campate in aria, van trattate con gran circospezione, anche se a pri– ma vista appnia che ogni giudizio 1mUastoria presupponga una filoso– fia della medesima. Il saper rifiutar– si di giudicare, d'altronde, qunndo i fatti non son chiaramente stabiliti o quando interpretazioni diverse so– no egualmente plausibili, è una vir– tù intellettuale da coltivarsi anche se nel mondo politico è vitu1>erata o, comunque, tenuta di poco conto. Per un anarchico, con mezzi e tem– po limitati, non è consigUabile l'in– traprendere uno studio enciclope– dico. Suggerisco che si specializzi in un unico periodo o in una sola na– zione, quali la rivoluzione industria– le, la rivoluzione americana, la lran. cesc, la russa o la spagnuOla, la re– pubblica cine&e, la Germania o il Giappone moderni, mettendosi di impegno a confrontare le varie ver– sioni e interpretazioni di un mede– simo av,•enimento e di risalire, per quanto gli sin possibile, alle fonli. L'esperienza ricavata da un tale stu– dio, coscienziosamente intrapreso e sostenuto, e non mai complet.amen– te terminata, non può recare che buoni effetti, primissimo ira i quali un'attitudine a riconoscere d'acchito l'ignoranza, la superficialità, lo spi. rito di parte e la disonestà nella pre– sentazione fatta da altri di altri avve– nimenti e periodi di storia. Si pensi poi quanto più .autorevole e soddi– !focente sarebbe una rivista anarchi– ca in cui gli avvenimenti internazio– nali fossero trattati da uno speciali– sta per ogni nazione, da persone che non aspettano l'imbeccata dalla ra– dio o dai grandi quotidinni per met– terei al corrente. Un'altra disciplina per chi s'inte~ 205
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