Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956
tà. Gli mancano i libri, gli mancano i soldi per comprarli, gli manca il tempo perchè deve guadagnarsi il pane. Se non può guadagnarselo, lo rodono Je preoccupazioni, le riJas– satezzc e i risentimenti propri del disoccupato, e vive di solito in un ambiente dove lo studio è deriso o guardato di malocchio. Le font.i ge– nuine ed oneste del sapere non sono per lui di facile accesso e, piuttosto che andar digiuno di coltura, 1egge quanto gli capita sottomano, pur sa• pendo che il più delle volte non ci capita a caso ma c'è chi ce lo fa ca– pitare con accorta intenzione. Perdo così del tempo prezioso a leggere giornali, opuscoli e libri che stuzzi. cano ma non nutrono la mente, o ascolta chiacchierate alla radio che sembran essere fotte più per confon– dere che per istruire. Ma quando c'è ]a volontà, si trova il modo di andi1. Ricordiamoci la favola di Esopo do– ve si tratta di una lepre e di una tar– taruga e, se siamo milanesi, del det– to milanese sul toro e la formica. « Se col denaro si compran le anni )) 1 diceva Nestore Turzi, « colle armi si ottiene il denaro)), Non diversamen– te, se trovando libri e maestri si nutre la voglia d'imparare, colla vo– glia d'imparare si trovano libri e maestri. Non è mai troppo tardi per mettersi a ben fare. Vittorio AHieri si mise a studiare il greco quando a– veva passato i quarant'anni e, anco– ra, dovette (arsi legare a1le gambe del tavolo per costringersi a non la– sciare i libri per i cavalJi. Le difficoltà più serie son quelle di ordine psicologico. Oltre quelie g:ià accennate, c'è la mancanza di discipl.ina, la mancanza di scuola. Se bisogna attraversare un bosco o scalare una montagna va bene alfi– darsi alle proprie gambe e al proprio coraggio, ma quanto pi.ii spedito è lo affidarsi a una guida che già conosca Ja strada. Se poi si ha ]o spirito di avventura e si vogliono lare scoperte, la guida è ancor più necessaria; sen– za di essa si rischia di continuare a rigirarsi per luoghi già calpestati da cento e di scoprire solo degli scarti. Disciplina vuol dire sopratutto spi– rito di continuità, la capacità di do• minare l'impulso, la curiosità e la balordaggine del momento, il saper– si rifiutare le facili tentazioni e Je facili vittorie, il non giacere sui pro– pri allori o su un letto di paglia, Non è mia intenzione il far l'apolo– gia de1l'asce1ismo; ma nelle cose dell'inteJletto J'ascct.ismo è miglior compagno elci sensualismo, e dei set– te vizi capitali, sempre nelle cose dell'intelletto, quello che mena pitt strage è ]'accidia. 3 Ed ora qualche suggerimento pra– tico da chi, se non altro, ha tanto meditato sulla propria ignoranza. Naturalmente, ciò che un anarchi. co vorrebbe anzitutto insegnare, e che dovrebbe specialmente sapere, è l'anarchismo. Sfortunatamente l'a• narchismo è lede, è dogma, ideale, ideologia, disposizione psicologica, volontà, sogno, senti.mento e risen– timento, metafisica, opinione, ipo• crisia, azione, poesia, organiz:r.azio – ue e disorganizzazione, tutto, in– somma, fuorchè una scienza. Nè c'è Lesto o manuale dell'anarchismo co– me c'è un catechismo della dottrina cristiana. Alcuni ne furono scritti, 201
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