Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

quali il mito cristiano non ha mai significato nulla: ebrei, maometta– ni, buddisti e comuni iodurati ra– zionalisti, educati solo a concetti scientifici che solcano un cielo in cui gli Dei sono ignoti, partecipano alle nost-re adunanze religiose. Essi ane– lano con fervore ad una comunione di spiriti, nella ricerca di qualcosa di meglio che questo mondo presente che brancola su l'abisso; anelano ad una via della vita che presti 1uce e calore alla ricerca afT annosa dei mez– zi d'esistenza, che permetta di affer– rare nel calore umano di molteplici strette di mano. )a sensazione che nei rapporti di ogni sorta veniamo qua– si a contatto con l'orlo della incon• sutile veste della santità. Pur senza hfaogno di mitologie, questi uomini moderni si trovano in buona compagnia con tutte Je grandi anime di tutti i tempi. Il Gesù che parlava lungo la via o nelle strade polverose della campagna non è per essi un estraneo, e lo preferiscono al Cristo glorili:cato ed esaltato dalla Chiesa. E simili a colui a cui si at• tribuiscono le parole: « Altre pecore ho, non di questo ovile », essi accol• gono fra dì loro una grande schiera di santi di questa terra. In qucst'ullimo mezzo secolo, ho dovuto parlar tanto dei figli del caos, che ora debbo confessarvi ch'io cre– do che un giorno si parlerà della no– stra epoca come quella in cui « l'Ec. celso Empi-reo si è abbassato fin quasi a incontrarsi c?n la terra»: e questo, grazie ad un uomo non di tradizioni cristiane, nè occidentali. Le paro1e che già « calmarono il mare di Ga. )ilea », uscite dalle labbra di Gandhi, calmarono le 1>assionie i bollori del– la grande India in effervescenza. Esse ci hanno mostrato, che se noi non fossimo così timiili, potrebbe darsi che uomini di Stato che si professano cristiani osassero di applicare alla politica la legge del Nuovo Patto, rimpiazzando quella che Cesi1 con• dannò, dell'« occhio per occhio, den– te per dente». E non c'è da maravi• gli.arsi che lo spirito di Gandhi si sia trasmesso aUa razza dalla 1>elle ne– gra, delJa lontana America, apponen• do il sigillo della pratica della non– violenza su di un popolo oppresso. L'occidente è stato, religiosamente, troppo lungimirante nel tempo; trop. po incantato verso il passato e troppo proteso verso l'avvenire; Timirando solo a Colui che, una volta apparso fra noi, dovrà tornare di nuovo. Quel glorioso mistico errabondo che Emerson onorò deJJa sua amici– zia, Joncs Very, scrisse cosi: « Padre, i tuoi portenti non sono isolati; - Non giaccion lontano do• re raramente piedi erranti posaro· o.o: - Dintorno a noi si distende tullora la landa incantata, - Ricca di maraviglic dispiegate dinanzi ai tuoi figli». Ed ancora: « Noi non ci rechiamo più in pel– legrinaggio, - Come i devoti romei d'altri tempi, - La Terra Santa è tutta dintorno a noi, - E' qui quel– la terra di cui tanto sentimmo par– lare». Renderci ben conto <li questo! Comprenderlo appieno! Cercare; picchiare alla porta; trovare! Ecco a che punto, io credo, noi siamo og– gi arrivati. Le vecchie tfidueie e crc– derw,e sono scomparse. La nostra gioia di oggi è nella ricerca. Noi siamo i compagni deU' immorta.le U– lisse di 'fcnnysou: « Andiamo, ami– ci, - Non è mai troppo tardi per cercare un mondo pii1 nuovo » ! J. H. L\THROP 195

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