Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

110.i: r.ia Jall'Italia che mi ha fatto arros!lirc. C:'era scritto,. a proposito di q.iesto 1Jrocesso di Danilo, questo tit•)lo: « /n Italia a chi chiede il r~ ~petto della Costituzione si nega la libertà prmrni$oria ». Non è ,ero, non è vero! Signori Giud:cl, di•eci che non è vero! Per– metteteci di dire agli stranieri che non è ,·ero! Voi dow·te aiutarci, signori Gi.!Jdi– ci, a cHfondere questa Costituzione che è costata tanto sangue e tanto do– lore; voi dovete aiutarci a di{e'lder– Ja, e a I.ar sì che si traduca in realtà Vedete, in quest'aula, in questo momento, non ci sono più giudici e avvocati, imputati e agenti di poli– zia: ci sono soltanto italiani: uomi– ni di questo Paese che finalmente e riuscito ad avere una Costituzione che promette libertà e giustizia. Aiutateci, signori Giudici, colla vostra sentenza, aiutate i morti che si sono sacrificati e aiutate i vivi, a difendere questa Costituzione che vuol dare a tutti i citadini del nostro Paese pari giustizia e pari dignità! J>1ERO CALAMANDREI Pubblicando quesli cs1r111ti dell'arringa, che Piero Calamandrei pronunciò il 30 marzo 1956 dinanzi al Tribunale penale di Palermo, in difesa di Danilo Dolci, si intende ren– dere omaggio :tlla memoria di un uomo la cui 1comp:1rsa ha liisciato un grnnde ,•uo10 in 1uua Italia. L'ondata di commozione e di dolore c6e la sua morte (avvenuta a Firenze il 26 set– tembre u.s.) ha sollevato, e non solo nel nostro paese, dice più di tanti discorsi la i;rnn• dczza intcllenuale e morale di Piero Calamandrei. I suoi amici più in1imi, i suoi collaboratori, coloro che con lui divisero fa1iche pene e gioie nelle ,·icende della vi1a, hanno già deno commossi (e :incora mollo polr.innr, dire) dell'insigne giuriSla avvocato e professore, dell'appassionato sludioso, del pro• fondo umanista, dello strenuo di{em1ore della libertà, che egli era. Ma tuui, indi- 1tint:imen1e, hanno reso particolarmente omaggio all'Uomo che ern Piero Calamandrei. Al di sopra delle sue grnndi doti di in1elleno, c'è la suo J>ersonalità, co>Jiprofonda• mente umana, comprensiva, generosa. di una ricchezza interiore che illumin:tva e vivi– ficava 1u11al'attività, tulta l'opera di Piero Calamrmdrei. Questo fascino della sua per– sonalità li sentiva anche a dislanza, e anche da lontano se ne 1en1ivano gli effetti benefici. Una mente ed un cuore eletti, un agire che era in armonia con il suo pensiero, una limpidezza d'animo, un bi!ogno di servire Ja veritii e di non ubbidire che alla propria coscienza morale, un difensore delle libertà allrui ancor più che delle sue, e il tutto realizzato in una vita chiara, esemplare. Questo era Piero Calamandrei, infinitamenle caro anche a noi anarchici che, essendo più degli ahri soggeui agli arbitrii ed alle persecuzioni della polizia o delle Autorità, trol'avamo in lui un difensore ceno. Po1evamo dire: abbiamo un Calamandreì, e -ciò !ignificava che l'arbitrio e l'ingiu– stizia che potevano col11irci non sarebbero passati in silenzio. Del resto egli. lavorava anche per noi, ogni \'Oha che comb:me"a contro le leggi di polizia, con1ro quelle fasciHe, contro la cauiva interpretazione (li certe leggi, e per il rispenb delle civiche Jibenà, Egli lavorava per tutli. Della sua simpatia per noi più volte ci ha dato testimonianza. M11\'Ogliarno dire 173

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