Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

le leggi J>Crgli umili non contano. Per avere giustizia dagH u(fici am– ministrativi occorre farsi raccoman– dare da <1ualche personaggio impor– tante o strepitare. Ma forse neancha strepitare conta; perchè se strepita il povero, viene il commissario Di Giorgi che Jo porta in prigione. E allora ecco Danilo: - Basta con questa maledizione, basta con questa sfiducia; ma basi a anche colla violenza. Voi dovete credere nelle leggi; voi dovete cre– dere nella giustizia di chi governa. La legge è come una religione (una religione di cui quest'aula giudizia– ria è lm tempio). iPerchè la legge !accia i suoi miracoli, bisogna cre– derci. - Non dimentichiamo come è com in• ciata la vicenda di Danilo. Il caso determinante della sua vita è stato l'incontro cou un bambino morto di fame. Qu:rnclo nell'estate del 1952 Danilo ebbe visto morire di fame il figlioletto di ,l\fimmo e Giuslina Bar– rella, allora egli si accorse di trovar– si « in un mondo di condannati a morte»; e gli apparve chiara l'idea che questo mondo non si redime col– la violenza, ma col sacrificio. }"'u al– lora che disse: « Su <1uesto&lessolet– to dove questa creatura innocente è morta di fame, io, che potrei non cuer povero, mi Jasoerò morire di fame come lui, per portare una te• slimonianza, per dare coUa mia mor– te un esempio, se le autorità non si decideranno a provvedere ». E dopo una settimana di digiuno, che giìl aveva ridotto Danilo in fin di vitn, le autorità finalmente intervennero, non per pietà, ma per Jiberani dalla res1>onsnbiJità di lasciarlo !morire; 170 e decisero a offrire subito le prime somme occorrenti per pagare i debi. ti dei pescatori e dei braccianti del luogo, e per iniziare i lavori di si– stemazione delle strade e deJlc ac<1ue. Poi nuovamente si fermaro– rono: ma sol1a1110 così Danilo era riuscito a svegliare il torpore buro– cratico dei padroni. Ma ecco che qui entra ancora in scena il commissario Di Giorgi, che in <Juesto dramma rappresenta la quotidiana piattezza del conformi– smo, la voce scettica dei benpen– santi: -Danilo Danilo, sono utopie, so– no illusioni! (« Canatismo mistico» ha detto ieri il P.M.). Par che dica, i.I comrnissario Di Giorgi: - Danilo, ma chi te lo fa fare? Sei giovane, sei istruito, sei un architetto, uno scrittore. 'on sei di queste terre desolate. Torna ai tuoi paesi. Lascia i poveri di Parti– nico in compagnia della loro mise– ria e della loro fame .... Danilo, chi te lo (a fare? - La voce del buon senso, la voce dei benpensanti; ma Danilo non è un benpensante, non segue la rasse• gnata e sodisfaua voce del buon senso. Per questo, signori Giudici, voi avete vislo )e « correnti di pensie– ro », che in questo momento sono vicine a Danilo, s:fiJare in quest'aula a testimoniare. Esse non sono arri– vate qui per esercitare su di voi pres• sioni o intromissioni sulla vostra co– scienza intemerata e fiera: sono ve– mite soltanto per testimoniare la lo– ro solidarietit a Danilo. Ma <1ucsta solidarietà della cultura italiana per Danilo Dolci è un fatto, che voi non.

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