Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956
Il primo misfatto è quello che si proponevano di compiere lunedì. 30 gennaio i pescatori di Trappeto. Si legge testualmente in questa di– chiarazione: ~ Abbiamo ripetutame11te docu– meritato alle Autorità direitameme resp0risabili e aU'opinUme pubblica, f>Crmini, e anni, la J>escafuori l.eg – le ,/elfo zona, gravissimo <iamw a tuui noi e all'economia nazionale. « È pro/orulamente doloroso e of– ferisivo constatare che lo Stato non sa far rispettare le sue leggi piiì ele– mentari, più giustificate: i mezzi di infornwzione e di pressione normali in. uno Stato civile, qu,i sono stati as– soltamente inefficaci. « Decisi a far rispettare le leggi, promoviamo im movimento che non li fermer.ù fino a <1ua11doil buori seMO e l'onestà non avranno tri<:m– fato. Inizieremo lunedì, 30 gennaio, digirmamlo per 24 ore ». Seguono circa trecento firme. Tru loro sono anche numerosi vecchi e ragaz1.i con piena coscienza dell'a– zione. Questo è dunque il primo misfat– to. Le circostanze sono semplici e chiare. Una piccola popolazione di poveri pescatori vive alla meglio col– la pesca del suo mare. iPer 1cgge, il tratto di mare più vicino alla costa è riservato alla pesca della popola– zione rivierasca; i motopescherecci devono tenersi al largo. Ma qui i motopescherecci, per vecchio siste– ma, si beffano sfrontatamente della legge; da tempo· vengono a pescare nel mare vicino alla riva, predando il pesce che dovrebbe dar da ,ivere ai piccoli pescatori. Così i pescatori locali non hanno più da pescare; questa sistematica rapina dei moto– pescherecci appartenenti a grandi società organizzate e protette dalle autorità, condanna i piccoli pescato. ri a morire di fame. Ricorrono alle autorità; ma le autorità non provve– dono. Protestano, ma le autorità non ascoltano. Il contrabbando continua: qualcuno pensa che le autorità sia– no d'accordo coi contrabbandieri; che ci sia qualcuno in alto che par– tecipa agli utili del contrabbando. Allora che cosa fanno i pescatori che da anni reclamano giustizia e non riescono ad averla da chi dovreb– be darla: si ribellano? si mettono a tumultuare? n1bano? commettono violenze? Niente di tutto questo. Arriva Da. nilo in mezzo a loro e dice: « Voi non avete da mangiare: non avete di vostro altro che la fame. L'unica protesta che vi rimane è qnesta: la vostra fame. Siete abituati a digiuna– re, andiamo tutti insieme a digiuna• re sulla spiaggia del mare. Stiamo a guardare, digiunando, i contrab– bandieri protetti daUe autori~ì, che continuano a far rapina del pesce che la ,legge vorrebbe dservare a voi. Consoliamoci insieme col nostro di– giuno; mettiamo in comune questo nostro unico bene, 1a fame. E per es. sere pili sereni, porteremo sulla spiaggia qu:ilche disco e ascolteremo la musica di Bach >>. (Qualcuno ha sorriso su questo particolare della musica: non ha ricordato che anche nella prima guerra mondiale questo era il motto dei fanti inchiodati nelle trincee: « canta che ti passa»). Allora vengono fuori i commissari di ,pdlizia, gli .ugentii dell'ordine. Voi pensereste che intervengano :fì. nalmeotc per rimettere nella lega- 165
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