Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956
era poco a poco SL'anita fi,w a trasformarsi in una umdenza verso un mer• cato comune ed in una vaga speranza nella possibilità di colorare queste or– ganizzazi-Oni di rosa [>allido, grazie alla partecipazione di qualche rappre– se,uante d.ei ,partiti che si riauaccano al « progresso sociale)). Se ogni pos. sibilità di vedere i 1iazionalismi del vecchio continente cancellati in seno ad un<t organizzazione ettrO/>Ca,wn era allontanata, si sentiva alme,w che l'impresa sarebbe eseguita dai tecnocratici e dai finanzieri. Essendo scomparsa la grmule paura dell'espansione russa, grazie alle buone parole degli eredi di Stalin immediatamente credute dai padroni del– l'opinione pubblica occid.entale, no,r. manifestandosi più che a parole e non con degli alti la volontà nord-americana di favorire l'idea europea, non ri– mango,ro più che le rare velleità di partigiani poco numerosi t>er costruir8 un'Europa senza frontiere, di fronte alle passioni nazionaliste che ripren,. dono vigore e virulenza:, e corrispo,ulono agli ultimi sussulti della decadenza e prelud01w certament.e al crollo. Così, visi.o da vicino ~. così. tanto per dire, misiuato nella sua nwdiocri– tà, il Congresso Eurùpeo del Lavoro re11devaancora più assurdo la campagna condotta da <JIUtlche me:;e in Francia per lanciare wr. nwvimento laburista. Jnfaui, in certi ambienJ:i cri-stiani sociali, socialisti e sindacalisti, l'idea di un « lab1irismo » è lanciata. Un periodico (Demain) è nato recentemente per sost.enere il tentlttivo con dei .fondi che probabilmente provengono dalla C.E.C.A. (Comuniti, europea carbone-acciaio). In qualche sindacato della C.C.1' . • Force Owvrière della provincia, dei partigiani hatuw presentato delle mozioni favorevoli all'unione tra sindacati e pnrt.iti operai, ed alla ròttura con la « Charte d' Amiens ». Questa «Carta» redatta ed adottata dalla quasi unanimità dei sindacati della C.G.T. nel 1906, stabilisce la to• tale irulipendenza del si,ulacafomo francese e testimoni11, lo spirito liber– tari-Odei si,u/acati. Cert.ametlle, dal principio del secolo, questa Cltrla è sUl.t<tmille volte tr,u.Jita, infranta, o dime,r.ticata. Cerwmente, lo stesso testo, che data da mezzo secolo, p1ÙJ essere criticato, anche dai libertari, perchè non risrwn– dente più ai t>robkmi d'un mondo fortemente iltdust.rUllizzato. Cii>1wnostallf.e, al di là dell'attacco scatenato contro la Cc,rta, sono lo spirito ed i metodi d'organizzazione e d'azione autonomi della classe ope– raia che SOll-0 presi di mira. L'auarco-si,uiacalismo ed il sindacalismo rivoluzionari-O, regolarmente sot.terrati, sepolti, cancellati dal motu/o del lavoro dai teorici e da.gli atti. vist.i dei partiti operai, hanno la noiosa mania di comparire là ed ill mo– menti in cui meno ci si attende. Benclrè non dispongano nè di tribune uf• ficiali nè di pubblicazioni a grande tiratura la loro infiuenza è passttta. ttel domi11io del costume operaio fram;ese. Si è ben visto l'a1u1-0scorso, al mo– mento degli sciopel'i nei cantieri navali della costa atlantica, l'effetto dei t/Uflli scosse tutto ,t meccanismo dei salari, tanto nelle inr.prese ,wziom,liz– zate quanto nel settore privato. l' atte14giamento dei (( laburisti » è curi-Oso. Da una parte, i loro argo– menti testimoniano ww straordinario disprezzo per i sindacati operai e.Ire 680
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