Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956
Ehrenburg nè Jung è J'ioveotore di questa vertigine storica: è quello del filosofo ebreo e del profeta del mar• xismo, che ha caricato con un far. dello assoluto l'ebreo o il proleta• riato, « perdita totale e redenzione totale dell'uomo ». La dialettica del castigo provvidenziale si <'.onfonde qui con quella della rivoluzione. Il dilemma che si offre alle po– tt:m::e oocidentali, non solo da dicci anni, ma da quaranta - le grandi occasioni sfuggite sono slatc gli anni cruciali del 1916 e 1942 ( dopo Ver• dun e Stalingrado) è: o finirla, con le armi, con il <popolo tedesco e com1>icre così il voto satanico dei suoi cattivi pastori, oppure permet– tergli di ritrovare integrlllmcnte J.a sua dignità, la sua unità, la sua u– guaglianza fraterna vicino agli altri popoli. Nel 1916 e nel 1942 la sconfitta te• desea era iscritta nei fatti; bastnva non volerla schiacciante per fame il punto di partenza d'una pace stabile e generosa: nello stesso tempo, l'Oc-– cidente era salvo. Non dimentichia. mo mai eho i tedeschi ed i fr3ncesi nel 1939.1940 si battevano per Stalin:, e che dopo Pearl.flarbour gli Amc• ricani ed i giappoue.si si battevano ancora e sempre per Stalin. Se non ci fossero state le manipolazioni ed i rovesciamenti dj Stalin della diplo. mazia internazionale (e la sua in– fluenza diretta o indiretta in seno ai cJ.iversi governi non.rnssi) nè J"avve• uimento di Hitler, nè la vittoria di Franco, nè la seconda guerra mon. diale sarebbero state t>ossihili. Ed in• vece di un impero di un miliardo di uomini che si stendeva da Hamburg a Hong-Kong, irto di anni, che con il suo peso schiacciava in anticipo ciò· che rimaneva di un'Europa spossa• ta, disunita, screditata, noi avremmo probabilmente un mondo libero e pacHi.co federato. !Afa ciò non poteva nascere che da una pace bianca e disaTmata, senza annessioni nè spO• gliazioui, nell'originale spirito di Wilson e Roosevelt. Due volte le ii. vendicazioni russe su Costantinopoli cd i Balcani fallirono a questa po• litica di assestamento d.ell'equilibrio europeo, e 1a politica americana di arbitraggi.o si smarrì ben ,presto fino alla provocazione, all'intervento (li. retto d.i una politica di rivincita dj punizione, persino alla sop1>ressione deUe nazioni avversarie (capitolazio– ne incondiz.ionata) ... Sn questo terre– no i tentativi di rovesciamento del Partito della guerra in Germania, come 1mre i negoziati tentati da in• termeddari benevoli erano, in anti• cipo, condannati a fallire. A. PRUNIER N.,I.R. - Lo serino di A. Prunier vuol essere meditato a lungo dato che ('Onticnc giudizi su uomini come Einstein (11011 condivisi dalla nostra redazione) e rimello! in di– scus~ione un problema tanto importante come quello della guerra, Perciò ci ripromettia:no di rispondergli lungamente nel prouimo numcr->. Oggi ci limitiamo a due precisazioni che riguardano la nostra redazione. Non ricordiamo di aver avuto il documeruo a cui egli. accenna e che riguarda lo -sterminio di migliaìa di « ruui bianchi » rifugiati in Occidente, compiuto dalle autorità tedesche americane sovietiche. A. Prunier sa quale conceuo noi abbiamo della giu~tizia: 1iamo sempre con la vittima, anche &e ci è avversaria o nemica, e contro i suoi pcrse– -cuto~i o auauini (valga come unico esempio, ma quanti potremmo citarne, la nostra 661
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