Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956

mico senza operai che lavorino aJla catena, che è diretta soltanto da altre macchine chç si dirigono c si ali– mcnt...-.noda sè, e hanno soltanto bi– sogno di un tocco deUa mano del– l'uomo per esser poste in hmzione. La mèta della automaticità completa non sarà mai raggiunt...'l, nrn ci si av– vicina sempre pili a essa. Questo processo non ha portato, come ci si aspettava, al1a « disoccu– pa7.ione tecnologica » di cui si è tanto parlato. I resultati sono stati altri due. Uno è la continua trasfor. mazione degli 01>crai da non quali– ficali (le macchine che scavano la terra hanno quasi completamente abolito il lavoratore di zappa e van– ga) in semi-qualificati e poi da se– mi-qualificati in <1ua1ificati e alta– mente <1ualificati o tecnici. Dato che <Juest'ultimo gruppo rimane esiguo, i I secondo resultato è stato un ulte– riore spostamento degli operai dalle occupazioni industriali vere e pro- 1>rie alle occupazioni commerciali - di distribuzione e impiegatizie - delle socielà, o alle ,professioni e al. la burocrazia governativa e militare. Così, per un'ironia ·della storia, la civiltà industriale di massa america– na, che sembrava dover irreggimen– tare tutta la ·popolazione in occupa– zioni meccaniche, sta in realtà dive– nendo <1tlalcosa di molto diverso. Si ilta trasformando in una civiltà con piccoli gruppi industriali specializ– zati, con un numero di macchine in aumento e una popolazione di ope• ratori di macchine in diminuzione e con una sempre maggiore percentua– le deJla 1>opolazione impiegata in occupazioni non industriali (quelle che Veblen era solito chiamare « pe. cuniaro »). Così le industrie poggia- 650 no sempre meno sugli operai e sem– llro 1lii1 ,ulle macchine. Dati questi mutamenti e la trasfor– mazione delle forze lavoratrici in at– to in America si 1>resenta un prob1e. ma che non sono riusciti finora a ri– solvere gli studiosi della 6ocietà ame– ricana, specialmente quelli \'enuti dalla esperienza della storia euro– pea. Ecco (essi dicono) una ,.,opola– zioue lavoratrice sradicat...'ldal suolo, se1H1ratadai suoi strumenti di lavoro e dall'idea del Javoro come artigia– nato e vocazione; pcrchè essa non diviene vittima di movimenti rivoh1. zionari e di demagoghi? Ammesso che le condizioni tmiche della storia americana non hanno lasciato posto a un 1>roletario rivoluzionario co– sciente, 1>erchè l'America non ha ri– vissuto le stesse esperienze dell'im– pero romano, l:i cui popolazione sen– za terra, senza radici, senza strumen– ti di lavoro, venne sfruttata da ca1>i avventurieri, o un'esperienza simile a quella della Germania di Hitler? Dietro a queste ·domande è impli– cito il tema sempre ricorrente della alienazione» e dei suoi effetti poli– tici. La maggior parte degli Ameri– cani, specialmente delle classi indu– striali e impìegatizie, sono stati pri– vati di alcune essenziali esperienze di vita, della terra, dell'impresa in– di1>endente, della ,proprietà di ar– nesi dj lavoro, del senso dell'art.igia– to e della dignità del lavoro, del sen– so dei propri rapporti con la produ– zione nel suo insieme. Ci si 8-arebbe poluto aspettare che tutto questo trasformasse gli Americani in quegli uomini « informi » che Nietzsche te– meva e la cui comparsa nel mondo meccanizzato moderno è stata de-

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