Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956

meccanica. Sia che si tratti di uno scienziato, di un inventore, di un costruttore di macchine, di un inge• gncre, di un orgnnizzalorc, e diri• gente di una fabbrica, o di un ope• raio specializzato, quello che conta di J>ÌÌInella tecnologia è l'ab}lità. Di– nanzi al concetto astratto di « mac• china » abbiamo la tendenza a di· mcnticarci che le macchine sono create, organizznt.e, fatte agire da esseri umani. La tecnologia amcri• cana costituisce un possesso collet• ti,•o, così come è una creazione col• lcttiva delJa comunità americana. A singoli inventori sono dovute certe aggiunte 1>articolari alla somma to• t:,lc delle conosOO:n7,e,dei tentativi e degli esJ>erimenti, ma, in ogni ca– so, essi si basnno sul lavoro di lutti i loro J>recedcssori. Giedion, nel suo magistrale sommario d.ella tecnologia occidentale, spedialmentc ameI'ica. na, Mecha11i:::atio11,Take$ Commancl (L948), chiama il suo libro una « sto– ria anonima », la storia di queJlo clic è stato creato da migliaia di uo– mini, il cui nome in molti casi è an– dato perduto. Oggi il comJ>ilo deH'inventore a– mericano è dh·cnuto J>iì1difficile. Se è isolato de,,e trovare un laborato– rio in cui lavorare, il caphalc per rendere la sua invenzione« pratica » e (< conuncrciabiJe », la fabbrica per produrla, e un'organizzazione di vendite per smerciarla. È passato il tempo in cui unn coJ>1>indi meccani– ci di biciclette chiamati Wilbur e Orville Wright rica,,arono dei suggc• rimenli per il disegno delle ali del loro aeroplano guardnndo il volo di ucccm sulle dune di !abbia di Kitty• hawnk, dopodichè costruirono tma « scatola a vento » larga un piede quadrato, J>erun paio di dollari, per provare le ali. 1 disegnatori di aero– plani oggi hanno bisogno di una « galleria a vento » che costa milio– ni, capace cli provare la resistenza di aeroJ>lani a velocità supersonica. La maggior parte delle invenzioni oggi sono perciò j) prodotto di im- 1>iegati di società, che lavorano in laborntori di società, con Iondi de– s1ina1i alle ricerche dalle società, che cercano nuovi processi e nuovi pro– dotti che possano essere sottoposti a metodi di produzione d.i massa dal– le società e commerciati con un bre. vello che ne garantisca il monopolio 111laloro societit, ad opera di mecca– nismi di distribuzione di società su un vasto mercato di massa che dia un profitto alla società, mentre l'inven– tore talvolta riceve soltanto la sua paga di impiegato e talvolta una 1>iccola percentuale in più. Gli Americani chiamano queste abilitì1 collettive che permeano la loro tecnologia, come la tecnologia stessa, con )'espressivo termine di Knowhow ( « saperci (are »). Sempre 1liì1questo know-how è stato appli– cato, invece ehe ai molti lavoratori che nn tempo (acevano funzionare le macchine, alle molte macchine che ora hanno bisogno di sempre meno 01>erai che le facciano fonzionarc. Le capacità tecnologiche essenr.iali sono ora assommate in una piccola élite di ingegneri e tecnici che dise– gnano le macchine e dirigono le ope– razioni a flusso continuo e che san– no che cosa fare quando le macchi– ne si rompono. La meta ultima di questo processo è naturalmente l'in• cubo di Aldous Huxley, cioè una ca• tena di produzione in una fabbrica di automobili o in un impianto chi- 649

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