Volontà - anno IX - n.12 - 1 luglio 1956
unmi la arcisfrut1a10, specialmente d:1 coloro che non si preoccupano affallo delle condizioni dei la,•oralo– ri russi nè di quelli dei loro paesi, 111a fanno dcll'an1icomunismo 1>er 11101ivi anlisociali, Ebbene, noi abbiamo in Jta,li1.1 una ;:;iulile vergogna che <1uasi nessuno denuncia e tullì noi 4:ol1eriamo. Esistono due leggi - fasciste - una del 1931 « ,per la disciplina e lo ~viluJ)l)O delle migrazioni e della CO• Ionizzazione interna • e l'altra del 1939 « contro l'urbanesimo •· In vir– tl1 di queste due leggi, ,·eramente barbare, t1.t>ss11no, ma intenclinmoc"i bene, 1w.ss11t1 povero può trasferire il suo domicilio nei ca1>oluoghi <li provincia o in comuni elle ubbiano una popolazione superiore a 25.000 abitanli, o che pur avendo una po– polazione inferiore, sono svi lu1►1>nt i industrialmente. Che cosa questo significa? . ignifica che il raccoglitore di ca– ..1agne delle montagne dcli' Irpinia, che durante la .stagione della rnccol– la non riesce ad economizzare tanto da poter sostituire la camicia ed i p:rntaloui resi pit1 logori dal lavoro; che il contadino, pro1>rictario di un pezze110 di terra nel Mezzogiorno, che non riesce, nonostante le sue fa. tiche a sfamare sè e Ja sua famiglia; che il bracciante, cl.e guadagna 400- 500 lire giornaliere per circa 190 giorni all'anno; che tutti i po\'eri dei Partinico e Tr&J>J>Cto d"ltalia sono inchiodati alla miseria del lo– ro paese nativo. Sappiamo, per fortuna, che ce ne sono che riescono ad inlr:mgere quelle dure leggi ed arrivano a sta• bilirsi clandestinamen1e nltrove, in qualche grande città, acceltando al- J1inizio condizioni umilianti di sfrut. lamento J>Crchèsprowisli di libretto cli lavoro, vivendo in baracche o tu– guri, finchè con la solidarietà di ami– ci, di parenti o di compagni arrivano a conquistarsi il diritlo di cittadi– nanza. ,Ma C.'IJ>ita anche che dei di– sgraziati siano ricondolli al loro pae. se. cioè alla loro miseria, con le ma– nette o i fogli di ,•ia. Eppure l'art. 16 della Cos1ituzione assicura acl ogni cittadino il diritto di circolare e soggion1arc in qual– siasi parte del territorio nazionale. Ma gli articoli della Costituzione ri– mangono lettera morta, mentre sono ben vive le due leggi (ascis1e che Ei– mmdi ha defo1ite: E.,u•nsioue del do– micilio CO(ltlo e riswbilimc,110 de/fo .~ervitù della gleba. Ci sono state inchieste sulla mise– rin in Italia, ma non c'è stato nes– sun ministro del lavoro. anche 60 eo– cillli.sta, nessun partito - n('mmcno fra quelli di sinistra - nessuna orga– nizzazione sindacale che abbia chic.,. sto l'abolizione di <1nel1e due leggi. Ma dato clie non c'è vergogna so– ciale di cui ogmmo di noi non ab– bia una parte, sia pur piccola, di re– sponsabilità, dobbiamo dire che o– gnuno di noi è responsabile delTa so1>ravvivcnza di quelle due leggi. 1 lavoratori del Noni vedono nel– l'immigrazione interna un 1>ericolo J>er il Ji,•el.10 dei loro salari; i diri– genti sindacali ed i politici accolgono <1uei timori per non inimicarsi l'ele. mento dei tesserati che essi t'onside– rano migliore e così, invece di pro• muoverne la solidarietit, aiutano a mantenere in vita enonni disuglÌà• glianzc lra s(rnLtatii. 1I problema andrebbe, invece, po– sto nei seguenti termini: non sono i 639
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