Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

V. (credo nel 1916, qunndo era ancorn gior• nale) e che pubblicas1e col ti1olo di • Chia• rczza •· La dichi:irazione di principi in es• so con1enuta rimanda ai nomi dei maestri dell'anarchisnio: Proudhon, Bakunin, Stir• ncr, Malatesta, Kropot.kìn, Ca6ero, Berne• ri. Le poche cose che conoscevo dell'anar• chismo, allora, le avevo lene sui nostri giornali e su qualche O))USColeuocd ivi vi av..:vo llJIJlreso anche quei nomi, Per mt.1 - e chi sn per qunnli ahri ancora - quei brnvi padri dcli' ,marchia rappresenrnvano n,mme 1:11110 indiscutibili quanto mal note. E quale guazzabuglio, Proudhon e Stirner e Dakunin pensati insieme, e il buon Kro- 1>othin e il dinamico e voli1ivo Malatclta e Bcrncri dancro anarchico - il più spi• ritualmente libero, Chi mai avrebbe pen• sato che csis1essero Ira loro 1ali e così J>r0• ro11Jt.1 dilTèrenzc? Auualmente sto slUdiando alcuni movi• menti del risorgimento italiano e in par• 1icolore quello federalistico che faceva ca• J)O a Cammeo e Ferruri. A un cerio punto non ho potuto fnre a meno di 1101areche alcuni degli uomini che poi furono "Vicini a Bakunin durante la sua calata in Italia, racevano pnr1e della schiera degli amici di 11uei due uomini, aUa cui scuola si erano formnti e avevano appreso i primi fonda• menti che li avrebbero istradali alla nuova itleologia anarchica. E m'è sembrato 1i• gnifìcativo che :i.oche Berneri, forse nei pri• mi mmi delln sua militanza anarchica, ab– bin sen1ito lo s1imolo di dedicare uno dei suoi 1aggi a Cnrlo Cauaneo. (Di tnle sng• gio io ne ho solo la prima puntotn pub• 1,licatn su « La critica 1>olitica » di Olivie• ro Zuccarini nell'aprile 19.19. Mi pare 1a• rebbc bene rintracciarlo intero e ripresen• tarlo da Volontà). Berneri sentiva che l'idea federalista era il filone d'oro che l'anarchismo avrebbe 1•otuto proficuamenie riscoprire e seguire, immerso nella tradizione italiana e insie– me euroJ>en, ancora così viva e allunle. Ba– sti pensare che i pochi 1entativi di un rin– novamento sociale e amministrativo dello Stato italiano derivano ancora da quelle e• spcrienze: i movimenti autonomisti olla {i. 618 ne deU'ahra guerra e di questa e l'impo• slazionè della Questione meridionale fatta da Dorso, ultimo io ordine di tempo, con• siderando il l!&ggiodi Gramsci sullo stesso tema come determinato più da 11110 schema ideologico che da unm visione chiara del 1>robl~ma. Ed è da ricordare che un altro saggio di Bcrneri è nncorn rivoho a studia– re 11federalismo in KroJ)otkin, il che serve a riconfermare quanto suggestivo fosse in lui 11ucl pensiero, Sono d'opinione che presentare l'anarchi• smo snodato nella veue federalis1a oggi Bin piÌI che mai operare il tentativo di una radicazione (se co~ì si potesse dire) del no– ~1ro mo\'imento nella reahà effe1111aledelle cose di casa nostra, Però. dire federalismo anarchico è ancora un'idea astratta. Tutti gli anarchici non troverebbero dirficohà a dichinrarsi fcdernlisti, anzi se richiesti già tali si dicono. Ma quell'idea implica una quantità dj ehiarimen1i e di atteggiamenti politici. Si presenterebbe intanto immediato il problema delle rappresentanze (che per noi è lo scoglio più dirfieile da superare 1enza toccare la sovranità di ogni persona e cor– rere il rischio di creare una nuova casta privilegiata), sia nelle a6Aociuioni locali che in consessi più ampi di carattere regionale o nazionale. Forse l'unico tentativo serio di discutere questo problema ru fatto da l\tala1es1a e Merlino nella nota polemica ripubblicata da « Umnnitì1 Nova » {credo nel 1948-49) e che non np(lrodò a nulla. (A ques10 pro1,011ito ricordo con quanta a• marezza un compagno durante il congres– so di Civilavecchia - ma in privato - rinfacciasse ai o: mnsiniani » di aver rimea• so in luce quella polemica. E q11es10 mi pnrve un sintomo della chiusura mentale <li mohi compagni e del loro super6ciale anarchismo, o, perchè non sono nemmeno io un papa, sintomo almeno del loro non essere nemmeno spiritualmente liberi). Poi rimane fra gli nhri il problema della solidarietà. Chi assicurerà i sardi o i luca• ni o cal:ibresi o napoletnni - cioè i più geograficamente ed etnicamente disagiati - che i lombardi o i torinesi o i t06Cani sa-

RkJQdWJsaXNoZXIy