Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956
se sorridendo: << Il t.ac tac della tua macchina da scriverf: è musica per lf' mie orecchie )1. La sua infinita abnegazione aprì in mc un mondo interiore che mi pcrmi.e di elabo– rare ciò che avevo nel cuore, ora 1·ontinncrò a la,•orare in questo sen. so. Senza falsa modestia posso tr:m– qui llomcn tc <lire che in ogni situa– zione <lclla mia vita mi sono mnn– tenuto al mio posto, bcnchè non mi -t•nti.-si nè eroe nè martire; <1uesLi due concelli ham10 sempre avuto un sapore estraneo al mio modo di c,,,:,ere. Ho sopportato Jc sof(crenze 1.erchè dovevo Carlo, ma non pcrcl1iè le cercassi. Sono un uomo come tut– ti gli altri e mi vergognerei di ap- 1rnrirc agli altri più forte ·di quel <'hC sono in realtà. Con ciò è detto lutto quello che per ora può dirsi. Lavorerò, non perchè, così, voglia ~morLare il mio dolore, ma perchè in questo modo mi sarà piì1 facile sopportarlo e, innanzi tutto, perchè ho la femta coscienza che questo è stato anche l' ultimo desiderio di M;lly. li grande dolore deve avere una ripercussione nell'uomo, dirigere i "'uoi pensieri da dentro, farlo pila .:icnsibile e amante dell'umanità per– chè poss:1 esprimere ciò che ha spe– rimcntalo e fortificare il proprio ca– ra1terc. Dove il dolore dell'anima distrugge la nostra forza morale e della vita ci fa un peso, Jà si man.i– fes1a, come una fataJità che consu– ma la nostra forza di resistenza e <lissipa in inutili lamentazioni, ciò che piÌI necessita per un nuovo co– minciamento. Il dolore interno può anche giungere a convertirsi in un 1 iranno che incatena la volonti, e la 608 priva cl.ella ponderazione interiore. lo non sono di c1uella pasla. Milly cd io abbiamo amato la vi– ta, perchè ci ha dosati di molta fe. licità interiore, di moJta nascosta bellezza e ridenti prospettive, le qua– li ci hanno compensato di tutto il male e di tutta la manchevolezza dei lempi ed hanno allonlanato dalla nostra porta la grigia monotonia del– la c1uotidi:mi1à. Forse Calderon ave– ,,a ragione quando disse che tutta la vita è un sogno, giacchè ogni acca– dimento è transitorio ed è sottomes– so alJe variazioni eterne del tempo. ,Ma chi dà contenuto e fomta al so– gno è l'uomo, e può fare di esso un avvenimento luminoso o un incubo che schiaccia la vita e la conduce al– l'abisso. Per questo continuerò a lavorare, :i creare, sperando e Jottand.o: come prima ho fatto con lMilly al mio fianco, devo farlo ora senza essa, finchè uu giorno anche per me ca– lerà la tela. Io so di non aver speso inutilmente )a mia vita e perciò la morte non mi spaventa. Ai miei a– mici e compagni dico di nuovo: non temete, mi sento abbastanza forte per far fronte al destino, come avreb– be fatto MiJly se per primo me ne fossi andato io. E 11oi, per me han• no ancora valore le parole del poe– ta: « Ho visto molti lamenti, mohe lacrime nella vita, ma anche molta felicità e bmC1SSCrc. \Ho guardato verso l' abisso dove appaiono solo l'orrore e la paura; ma i miei occhi hanno scorto J'azzurra figura nella lontananza del sogno, <love vive l'a– nelito e l'eterna speranza. Sono ar– mato contro ogni tonnenta. Colui che ha molto sofferto ha moho spe-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy