Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

to lei mi abbia rilevato tutta la sua anima. La vera agonia cominciò solo nel– le ultime due settimane. La respi– razione si fece sempre più faticosa, e la notte prima della sua morte do– vemmo cl.eciderci a trasportarla al– i' ospe-d.ale ·di {Peekskill, dato che onnai poteva appena respirare. lo sentii ciò che \'ìtava per aceadere e il cuore mi rimase come paralizza– to. Quando Fem1in Polly ed io, la mattina seguente Ja visitammo ]'ab– biamo trovata nel letto circondata da una bombola d'ossigeno. Appena entrammo nella sua camera ci sor– dsc leggermente e mi chiese di sco– stare la tenda. Ci baciò con tenerez– za. Come vide che Fermin era mol– to abbattuto, gli djsse: « iPerchè sci triste, mio caro? Non devi essere triste ». Poi cingendomi il collo con le braccia, con voce debole ma chia– ra mi disse: « iLotterò fino all'ulti– mo, mio caro, e se dovrò soccom– bere, tu sai che non è stata colpa mia». Era molto esaurita e ci baciò con effusione. Poi .sprofondò il capo nel cuscino e i suoi occhi si chiusero l,,ntamcnte. In silenzio, perchè ri– posasse, lasciammo l'abitazione. Due ore dopo, quando rientrammo, era nella stessa posizione, ormai senza coscienza. Il medico ci disse che le pulsazioni diminuivano notevolmen. te. Un'ora dopo aveva esalato l' ul– timo respiro. Morì il 23 novembre 1955 e il 27 (u cremata. Essere cre– mata è stato sempre il .suo desiderio ogni volta abbiamo parlato su ciò. In una di queste occasioni un pò celiando disse: « 1 Per chi è morto è uguale ciò che accade del suo cada. vere, ma io trovo che essere consu- mali dalle fiamme è più bello, per– chè il fuoco è un elemento puro. Es– sr.re mangiati dai vermi nella tom– ba è brutto c ripugna ai miei sen– timenti )). Così è, infatti. E come abbiamo vissuto insieme per quasi sei decenni di vita, così, quando ver. rà la mia ora, le mie ceneri si riu– nir.anno alle sue. La notizia della sua morte si spar– se fulminea per tutti i contenenti. Da tutti gli angoli della terra mi sono pen,enute condoglianze di vec.. chi amici, di gruppi libertari, di sindacati e ,di altre associazioni e ogni buona parola che si sia detta su ~fillq è stata un balsamo per la ferita che continuerà a rimanere a– perta per molto tem1>0 ancora. Sono felice di possedere tanti fedeli ami– ci; essi hanno reso più lieve l'abban– dono in quest'ora grave della mia vita. {J?rcgo tutti di non avere nes– suna preoccupazione sul mio prossi– mo avvenire. Non sono disperato, nè moralmente abbattuto e saprò a{_ f.rontare il mio destino come sempre ho fatto. Uno dei miei amici più {e. dcli, il quale conosceva assai bene le relazioni •di intimità tra me e Mil– ly, e che mi conosceva perfeuamen. te, m'ha scritto in questi giorni: << Tu e Milly avete cosi intensamen– te vissuto uno per l'altro che essa non può abbandonarti ». Una frase vera che -sento nel più profondo. Ora dovrò ordinare di nuovo la mia vita, però Milly sarà la mia i– spirazione, come lo è stata sempre. Lungo gli anni di tutta la sua vita ha preso la parte più calorosa al mio lavoro. Ancora poche settimane prima della sua morte, quando po• tei riprendere il mio lavoro, mi dis- 607

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