Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

tava il suo caso, senza parlarne ad ~ssa, uno scritto nel quale si tentava tutto per discolparla. 1\1illy ebbe conoscenza di quell'esposlo solo du– rante il giudizio. Immediatamente protestò e <lisse: « Sono grata al mio d,ifensore ver la sua buona intenzio– ne, ma credo che nclte auuali cir– k,rutmw.e una dicJ--ciaraliione :"Eranca della mi:1 convinzione più intima ha j)iit valore delle conseguenze che es. sa 1n1ò cletem1inare, poichè la voce <1ella coscienza è il foro supremo che decide su diritto e ingiustizia "· - La sua valorosa confessione le valse due anni e mezzo di prigione, ma pufino i suoi giudici le testimonia– rono i I loro rispetto. Quando due esseri che la vita ha ,così felicemente unito, sUlnno insie– me lanti anni, a poco a poco si fon. dono tra loro. Questo è stato anche i L nostro caso. Ovunque risuonasse il nome di uno là si sentiva anche il nome dell'altro. Eravamo 1a « cop– pia romantica », come spesso suole– va chiamarci scherzosamente il no– stro amico spagnolo Tarrida del J\ 1 iì1rmol. Era inevitabile che dovesse .arri– vare l'ora in cui o l'uno o J 'ah.ro 1>er 1>rimo dovesse ,dipartirsi. Ma <1uesta è fredda logica che non può lenire il dolore interiore. lo so solo che con quella donna magnifica se n'è andata qualcosa di me che nulla po– trà sostituire. E non io soltanto, ma tutti coloro che l'abbiamo perduta, perchè con tMilly è scomparsa una delle ultime combattenti della vec– d1ia guardia che dedicò sessant'anni .a una grande causa, la quale non morirì, mai finchè suUa terra vivran– no esseri umani. Cosa sia stata ()er me non posso 606 dirlo, perchè ci sono momenti in cui le parole perdono il loro lìignificato, in quanto non riescono a esprimere quello che è nel più profondo. Ed e bene che sia così. Il dolore inte– riore non è oggetto per pubbliche esibizioni. E poi, io non ho iJ dirit– to di lamentarmi; ho avuto lunghi - e quanto corti - nnni della no– stra convivenza, e in essi il meglio i I più bello e •pii1 1►uro che questa no– bile donna abbia saputo dare in così · ricca pienezza. Per questo devo es– sere grato al mio destino. Così come visse, cosi anche mori, valorosa, rassegnata e senza ]amen– i i. Negli ultimi dicci mesi fu spesso ammalata ma si rimetteva sempre; solo, le -sue forze veni.vano scemando visibilmente. Il medico entrava nel– la nostra casa con più frequenza di prima, ma si presenlav.nno r►eriodi di miglioramento che ci davano nuo– va speranza. Durante gli ultin1i me– si la sua vita. fu mortificata più spes– so per difficoltà respiratorie; il me– dico diat,'liosticò trattar.si di wm sclerosi all'arteria coronaria. Ho Ja sensazione che essa sospettasse già allora di trovarsi nelle ombre della morte, ma nascose i I suo ,slato per– chè non ci preoccupassimo. Così. era Milly: forse per questo cred.o che ella sentì. che i suoi giorni erano contati? Un giorno che si sentiva un poco meglio d'un tratto mi disse: « Desideravo poler vivere ancora uoo o due anni per vedere come cre– sce e si sviluppa il nostro piccolo PhiJi >>. Amava il nostro nipote con tutta la tenerezza di cui era capace, Le sue parole mi impressionarono profondamente, ma non dissi nulla. Tuttavia credo che in quel momen-

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