Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956
te categorie peggio pagate, primi di tuui i piccoli funzionari di stato, si fomentano delln loro situazione in forze più acerbe di quanto in Svezia sia coswme. Neli'orgauo centrale delle cooperative dei cortsumat.ori, w, po• stirw con moglie e tre figli dichiara che la s1w famiglia nel caso che egli int·ece di lavorare sollecitasse l' (e aiuto sociale » dello stato e del comune gli procaccerebbe 27 corone mensili più di quel che produce il suo lavoro di portalettere. In fo,u./o, la maggiorariza dei salariati accetta l'idea che l'aumento del livello di vit.a, debba essere rapportato all'aumento della produzione. Ma le forme ultracentralist.iche e burocratiche in cui le organizzazioni maggio– ri1<1rie e quelle padronali realizzano questa idea provoca un grande scon.– wnto in t.utte le parti. La LO, come dice il Dagstidningen Arbetaren, è giunta ad essere (< un commerciante che ve,u/e mano d'opera al meglio». Ln distaiiza tm il s.emplice affiliato e la sua organizzazione si allarga sempre più. /,' opernio è l'oggetto passivo della ,,otitica economica dei suoi diri– genti, allo stesso modo che già è giunto <Ule.~sere l'oggetto passivo della politica socillle dello Stato. Uno dei motivi particolari della politica di coordiname,uo sociale è il problemlt deUa inflazione che si 1>rodurrebbe se la domanda (il potere d'ac. qnisto) giunge.~se ad essere su.perioreJ all'offerta dei prodotti. Si tratta d'un J>ericolo reale. Aia si tratta un.che di trovare una soluzione che non con– sista in 11,u1, sem f)lice rinuncia dei salariati, permettendo ai padroni di po. te'r continuare a di:,porre illimitatamente del prodotto ,razionale. Nuova– mente si sentono voci favorevoli a una riforma st.rutturale per cui gli ope• rn.i otfi)nga,,o la possibilità di tma co-determi,wzione sugli investimenti di capitali, .~itt all'int.erno dell'impresa, sia per mezzo di contratti speciali nelle co,rvenzioni d'industria. Inoltre, uno dei dirigenti della TCO (im- 11iegati) ha finito per pronunciarsi a favore dell'idea che la SAC libertari.a auevn già formulato <la alcuni anni. I l.avoratori, si diceva, dev01w otte– nere aumenti di salari che corrispondano esattamente all'aumento della 1>roduzione. Questa percentuale, potrebbe fissarsi annualmente da un isti– tuto di i,u.:hieste eco,wm.ico-sociali. 1 salari nominali che gli operai e im. piegati possono percepire pre1u.lendo in considerazione i rischi inflazionisti della sit.uu ::ione reule, si dovrebbero fissare, come di costume, in negoziati trn simfocaLi e plldroni. Ma si dovrebbero fissare anche gli importi riscuo– tibili, corrìspoudenri all'amnento della produzione, che 1w11, conviene tra.– sformare immedimamcnte in potere d'acquisto. Questi introiti degli operai e degli ì,upiesati dovrebbero iscriversi iu conti personali degli interessati assieme al corrispo,idente interesse, ma liberi da i111,poste finchè rimangano bloccati. Il cfonaro risultante in questi conti potrebbe ritirarsi secondo ac– corrli comuni t.ra le parti interessate (t contatto con l'istituto più sopra dtnto. lnsom,,w. si pensa a un sistema di salario associato direttamente alla produttività ,w::ionale, ma che sia in cotulizione di far fronte al processo 599
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