Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956
tettorato imperiale romano. Avendo dapprima preso contatto con la mi– tologia classica e la storia antica, tre cose mi hanno colpito nella sto– ria religiosa e sociale degli Ebrei in confronto a quella dei Pagani. l. Gli dei pagani sono situati in uno spazio abitabile; sono gli dei delJo spazio; si divi.dono lo spazio; sono di conseguenza essenzialmente sedentari; non si escludono, nello stesso modo che una montagna non n'esclude un'altra, o che queste due mont.11:,'ltc non escludono iJ fiume che scorre tra di esse, oppure il fiu– me non esclude i suoi affiuenti, il lago <'he allra,·ersa o il marc in cui si getta. Obrni popolo pagano ha i suoi dei come ha il suo territorio, 1e sue mu. ra, i suoi luoghi alti, le sue colonie. [Perdendoli, perde i suoì dei e per– sino la sua stessa identità; ma il commercio intemazionalc genera, naturalmente, l'entrala di tutti gli <lei in un Panteon sempre aperto a dei nuovi c1ùti e fonda l'idea di una sostanza divina comune a tutti gli dei, nello stesso modo che la sostan– za della materia, delJ'energia o del lavoro è comune a tutte le forze terre.stri. Da cui il pluralismo CO• smopolita del paganesimo. 2. Il dio degli !Ebrei, così come lo precisa la casta sacerdotale fondata dai 1>ersonaggi di Mosè o d'Aronne è nn dio del deserto; un dio senza frontiere, un dio del1'abitabi1e ehe trasporta con ,sè il deserto, ordina la distruzione delle città. Non sop• porta l'incontro di altri -dei; non fa alleanza con nessun altro dio; eser– cita ,sul suo po·polo una tirannide esclusiva, gelosa, iUim.itata; è im– possibile soddisfarlo. t: un dio raz– ziale, un d.io razzista, ma che diveo. 582 la sempre più immenso, esigente, vendicativo e negatore di qualsiasi sostanza divina diversa deli).a sua, via via che il eno popolo è soggetto a maggiori vicende, tribolazioni e disfatte. Il monoteismo è il delirio di una nazione vinta. 3. ,La casta sacerdotale ebraica si presenta come la tesla più mostruo– samente sviluppata che un corpo de– bole d'una nazione in(elice abbia mai sopportato. Essa è custode di · un razzismo ,sacerdotale ebraico che proibisce ogni mescolanza ;con i Gentili. Visto attraverso Ja Bibbia (Levitico, Nmneri, ecc.) la legge di ·Mosè racchiude la vita mentale, fi. sica, economica e sociale del suo popolo sempre ribelle in una rete di tabu e di obblighi, di purificazio. ni e di sacrifi.ci infiniti. Dopo Ja costruzione della cillit ,santa di Ge– rusalelWllC e l'edificazione del Tem• pio, questo p.ar.assi1jsmo senza pre– cedenti si com1)lfoa con un centrali– smo politico-geografico basato sUJ. l'altare unico, impos10 ai riti di una nazione intera di pagani e che assorbe le energie e le ricchez– ze di tutto un paese. L'infedeltà al D.io teocratico è per ])rincipio un delitto inespiabile che la classe sa– cerdotale castiga nella stessa misura con cui essa esercita un potere reale. In queste condizioni, si può dire che per il popo1o comune e per g]j autoctoni cananci, la dominazione romana. nella misura in cui essa so– stituiva la dittatura assoluta del cle– ro ebraico, fu un elemento salutare, un be.nessere sociale. In ragione del– la sua teocrazia razziale, il sacerdo– zio ebraico era irriconciliabi1e con l'occupante straniero; non potev~ assolutamehte cntrare1 nel sistema universalista del ,paganesimo greco-
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