Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956
cesso di rigenerazione salutare. Nel– la preghiera collettiva si ha una pri– ma esperienza vissuta dfi tma sepa– razione di gruppo religioso dal resto degli uomini: se essa ha una giusti– ficazione nella chiesa, non ne ha al– cuna nella scuola. La separazione di gruppo, psichicamente acquisita nel– la pratica della preghiera, si fa poi razionale e coscienle attraverso l'il– lustrazione della condanna degli in– fedeli, degli eretici e degH atei. La rap1)rescntazione che si dà di costo– ro, come dj insidiosi. nemici cle1la religione e del1a morale, di uomini da evitare (vitandi) come se sparges-, wro la peste e da combattere con o– gni mezzo, depone nell'animo dei fanciulli il seme dell'odio e della differenza, prepara il terreno al fa– natismo e allo spirito di crociala, iPer la sua stessa natura dogmatica, l'insegnamento d.ella dottrina catto– lica non apre ma chiude orizzonti alla comprensione e al rispetto delle opinioni altrui, condanna ogni ten– tativo di ricavare i principi della condotta morale da una larga espe– rienza di umanità, senza confini di religione e di patrie, impone i suoi principi assoluti e abitua a senten– ,dare in conformità ad essi gettando il ridicolo o il discredito su uomini c cose condannati in anticipo. La scuola che abbia a fondamen– to e coronamento << di tutta l'opera educativa » l' insegnamento della dottrina cattolica o di qualsiasi altro catechismo religioso o politico mu– tila l'umanjtà de11a sua ricchezza, spegne la verità delle luci, tronca le voci, educa all'angusta e iucuriosa surficieuza di gruppo, di nazione o di chiesa, all'intransigenza dogma– tica e all'intolleranza religiosa, civi- le e politica. Se non sussistessero i già esposti motivi di ordine psicolo– gico per sconsigliare la ,pratica della preghiera e dell'insegnamento cate• chistico nella scuola, basterebbe que– sta considerazione di ordine morale e di capitale importanza civile per astenersi dall' imporvi tanto l' una quanto l'altro. Astenersi dall'imporre un dogma e dal praticare un cuho nella scuola non significa combattere, significa rispettare la religione: sib'llifica in– ,segnare ai fanciulli che tutti gli uo– mini sono ugualmente degni di ri– speuo a qualsiasi religione essi ap– partengano e che i riti e le credenze delle altre religioni, che possono ap– parire strani a noi solo perchè di– versi dai nosLri (i quali possono ap– parire ahrettanto strani agli altri) non debbono essere oggetto ,di riso o di schermo da parte nostra perchè rispoudono tutti in vario modo ad una esigenza comune ag]i uomini di tutta la terra. Il metodo della laicità - l'abbia– mo già detto - è il metodo stesso delle scienze sperimentali. La lai– cità della scuola consiste nel mante– nere una serena imparzialità di fron– te alle confessioni reJigiose e ai par– titi politici, secondo la norma per cui la scuola non deve nè insegnare nò combattere alcuna concezione re– ligiosa e politica, La laicità permette davvel'o di educare il fanciullo a pensare liberamente: l'arte di docu– mentarsi non gli sarà infatti insegna– la per trastullo, ma per permettergli di resistere alla passione delle pro– pagande e di esercitare Ja sua critica in modo da poter poi farsi libera. mente un'opinione e agire in piena indipendenza di spirito. 575
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