Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

loso per opera di una potenza smi– suratamente superiore all'uomo. Le figure intermedie, tutta dolcezza e soavità, quelle che incarnano il pre– cetto f'vnngelico dell'amore (il bam– bino Gesì1, la madre misericordio– sa), lungi dal cancellare il senso del– la colpa e l'incubo della disperazio– ne originaria, ]i sospingono nel fon– do della coscienza come una minac– cia sempre latente, che potrà esser tenuta lontana solo se ci si troverà sotto Ja protezione benevola di quel– le figure soavi. Il complesso mondo di sentimenti, di fantasia e di immn– ginnzionc che rivive nel fanciullo ccmc un lratto deUa nostra umanità primitiva - nel senso indicato dal Vi<'o - im·ece di essere avviato a quella graduale sem))lificazione in– dividmmte da cui esce afforzala la capacità ragionativa, è risospinto verso l'abbraccio disperato o fidente dl <1ucllc rappresentazioni corporee di forze vendicatrici o salvatrici in cui l'umanità primitiva ha espresso la propria ,·isione del mondo e che i culti misteriosofìci hanno perpetuata. Nè vale osscn•are che quelle figu. re sono entrale a far parte di una concezione teologica che ha tentato di razionalizzare 1o schema entro cui esse si muovono, trasformando il lo– ro contenuto mistico di una istanza mctnfisica, perchè, a parte il giudi– zio sulla validità di una tale opera– zione inlcllellua]e, l'astrauezzo stes– sa dell'argomento, che è propria di simili giustificazioni teologiche, esu– la d.,ulla capacità intellettuale del fnnciullo, il quale terrà per sè, con– globandole nel primo fondamentale amalgama della coscienza, le Iorti suggestioni del castigo e dcll'autori- 1;, assoluta che lo infligge, deJl'aiuto o della grazia da ottenere per inter- 574 cessione di altre potenze, delle quali occorre conciliarsi il favore per mez– zo della preghiera. Gli insegnanti ed educatori non avrebbero occasione di occuparsi del contenuto intellettuale e morale del– ]e preghiere religiose - che sono parte integrante di un tutto a sè stan– te, la chiesa o comunità religiosa - se esse non fossero state calate nel vi– vo dell'opera quotidiana della scuo. la, che dev'essere volta - come gli · stessi programmi giustamente sugge– riscono - a creare le condizioni del– lo sviluppo armonico delle facoltà del fanciullo e ad avviarlo a «pensare con la propria te6ta » e ad esercitare << l'arte di docunwnlarsi )). A nessu– no verrebbe in meno di (< documen. tarsi >> o di « pensare con la propria testa >J nel momento in cui si accin– ge a compiere un rito o un atto di culto, nel luogo, nell'atmosfera o nelle circostanze in cui può sorgere il bisogno di una parteci paziooe re– ]igiosa dell'animo umano al mistero deHa vita. Ogni uomo ricompone a suo modo vari momenti della sua vita interiore e ne ,salva la sponta– neità e la ricchezza se ha imparalo a distinguerne il significato e il va– lore, a rispettarne i caratteri e i li– miti. Sovrapporre e confondere tra ]oro J'attitudine a cogliere e a siste– mare i dati dell'esperienza con l'at– teggiamento religioso di adesione a un tutto misterioso è errore colpevo• le se commesso nel corso di svolgi– mento dell' opera educativa della scuola. La fusione degli animi e la co– munione religiosa che li determina Ira coloro che pregano stabilisce un legame (rcligio) che affonda nella coscienza e distingue da 8è tutti co– loro che non partecipano a quel pro-

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