Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

Nelle classi terza quarta e quinta, costituenti il secondo ciclo, « è va. lido quanto è dello per la Religione nel precedente ciclo ». Poi si ag– giunge: « L'educ.izione religiosa si ispira alla vita e all'insegnamento di Gesù, esposli nei Vangeli. La vita religio– sa derivi da una sentita adesione dcWanima ai principi del Vangelo e dalla razionalità dei rapporti fra tali principi e l'applicazione della legge morale e civile. « Alle preghiere precedentemente apprese si aggiunga la Salve Regina e si spieghi più particolarmente il significato del Padre nostro; inoltre si guidi il fanciullo alla conoscen– za e all 1 npprcndimcnto del Credo». « 5i continui nella narrazione incile cd attraente di episodi del Vecchio Teswrnento (primo anno del ciclo) e del Vm,gelo. Nel secondo e nel ter– zo anno del ciclo si tengano pure fa. citi conversazioni sui Comandamen– ti e sui Sacramettti, sulle Opere di misericordia corporale e spirituale, su.I Santo Patrono, ,sulle trad.iziotti agiografiche locali, sui Santi la cui lettura po~sa interessare perticolar– mcnte i fonciulli, sui periodi del– l'amio ecclesiastico e sulla Lit.urgia roma,rn; si leggano e si commentino passi del Vangelo, accessibili nlln mentaliti1 degli alunni. Non si tra– scuri l'eventuale riferimento a capo– lavori d'arte sacra ». Anche nelle preghiere assegnate al– le classi del secondo ciclo ritorna il concetto della vita come di un esilio in una valle di lacrime, cui sovrasta un regno celeste ordinato nella for. ma <li una monarchia assoluta. Per l'assunzione a quel regno si invoca l'intercessione della regina, « avvo. cala nostra » presso il monarca. La vita interiore del fanciullo si 1>lasma così su un esem1,io di sudditanza so. spirosa che è nntiletico a <1uello del– l'a1,pcllo alle forze interiori, dell'au– togoverno e della democrazia. Le 6. gure dogmatiche, del 1u110sfuggenti al dominio dei sensi, dell'Unità e Trinità di Dio, dello Spirito Santo, della Vergine-Madre contribuisco– no a porre il fanciullo in uno stato d'incertezza e di timore reverenzia– le, cui si aggiunge l'inibizione cau– !ata dall'incubo clella lentazione del demonio. del peccato e delle fiamme (vere fiamme) dell'inforno. Gli epi. 5odi del Vecchio Testamento, anche quelli « accessibili alla mentalilà de– gli alunni )), mal si prestano a fonde– re una educazione morale e civile de– gna della nostra civiltù: essi sono lo specchio di societì1 e concezioni reli– gicse che gli stessi eat1olici colti con– siderano arretrale e ripugnanti alla sensibilità moderna. Basti pensare alla figura stessa del Dio della Bib– bia, Dio « geloso », Dio di tribl1. e– sclusivo e non universale, che ordina a l\ 1 fosè di sterminare il suo popolo: e Mo~. sceso dal Sinai, vedendo che il popolo aveva adorato un vitello d'oro, fa uccidere tremila uomini, ri. sale sul Sinai, rabbonisce Dio e pla– ca la sua ira. E' il Dio che, quando intima la « guerra santa », comanda di distrug~ere « al modo dell'in1er– det10 » e di estirpare le nazioni dei peccatori. di « non Car patto con lo– ro e non far loro grazia » e monta in collera con Saul perchè ha rispar– miato il re degli Amaleciti catturato in battaglia: allora il sacerdote Sa– muele fa venire il re degli Amaleciti e lo fa squartare <1 nel cospetto del Signore ». La vita morale nella con- 571

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