Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

1no11c~uc il pa.sso citalo - abbia q1101idianamente inizio con la pre• ghiera che è elevazione dell'animo n Dio, M""guita dalla esecuzione di un brr\'e canto religioso o dalJ"no:coho di un 11empliee brano di musica 88• rra, e1 COJISO del ciclo l'insegnante lerrì 1 rncili conversazioni sul Segno tlcll11croce, sulle principali prcghie. re up prese (Padre nostro, Ave Maria, Gloria nl Pmlrt>, preghiera alt' An. gPlo Custode. preghiera per i Dc/un. ti). su folli del Vecchio Teatamento ed t'pi~odi della vita di Ge.!ii'1 desunti dal Van~elo ». Se è vero che la via pii1 naturale (' piì1 facile dell'apprendere è per i fouriulli l'immagine piena, la visio– ne globale del reale, e che i] signifi. (·alo dt'lle immagini offerte dni miti si imprime nc'lla mente con lo com– piutez:,;n dell'immagine fìsicn, biso– gnerì, d1icd.ersi quali sono i signifi– cati d('lle immagini che Je pre(l::hie– rc e i dogmi imprimono nella mente dei fanciulli, nel momento e nel luo– go mede~imo della 1oro formazione intellettuale e moraJe, cioè nella scuola. Ln preghif'Ta più semplice e facile ò quclln dell'Angelo Cuslode: « An– gelo di Dio, che sei il mio custode, illumina , cuslodisci, reggi e gover– na mc, eh<' ti fui affidato clalla pie. tà celeste. Così o:ia ». li fanciullo che pronuncia questa invocazione è in– dotto a credere alla present.a reale di un es.sere che sceglierà per lni e lo condurrà per mano nei j)iù difficili pa111si deUa sua strada. L'abito dcHa ricerca, la s1)ontaneità e gradualità dell11 conquista, la gioia tiella 8CO• perla, lutti gli clementi attivi clel– l'<' clucn:r.ioncalla responsnbilitlt, ce– clono il passo alJa dolce epifonin dell'autorità di un consiglio e di una 510 ,•erità inacces.!libile alla ragione e irriducibile ali' esperienu. L'espe– rienza. a sua volta, ai svuota del suo ,,alore morale e il processo formati– vo non giunge al suo compimento. TI rapporto dinamico tra esperienza diretta e azione individuale è spez– zato. Il metodo sperimentale e attivo è inghiottito dalla metafisica cattolica della trascendenza. Ln distinzione di metodo e di fine, cli trumentalità e di assolutezza si rivela del tutto iL lusoria. Nel fine è implicito il mezzo idoneo a raggiunp;erlo; e il mezzo è per sè ste,;50 un'anlicipazione o un invrramento d('I fine, Anche la me– tafisica cattolica si risolve infatti in un metodo pcclap;ogito, così come il metodo de1la prrln~ogia moderna si risolve in una finalitiì etica. Ma il metodo pedagogico della metafisica cattolica è opposto a quello della li– bertà: è il metodo dcli' autorità. Cono:igliando il metodo della libertà, ma fissando rigidamC'nte un fine alie– no ad e!So, il legi111latoreha implici. 1amente scelto anche il metodo de– stinato a trionfare, ha fatto cioè la sua scelta fra due diverse e opposte pf'dagogie. Nelb preghiera d<'ll'Angelo Cu.– stode c'è la rap1lrcsentnzione più in– genua del metorlo pedagogico del– l'acquicseen~a all'autorità assoluta e della riposante fiducia in una guida e,;;tema, cui appartiene, per supe◄ riore decreto. i1 compito di guidar– ci. Nel1e altre prep;hicre del primo c-ido compaiono già p;li elementi di una intera visione del mondo domi– nai.a da un potere .assolnto, presso il quale qualcun altro, distinto da noi, sin pure la soave figura della Ma– donna, debba intercedere in nostro favore.

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