Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

cattolica. In quello scrigno deve trO• varsi racchiuso « per dettalo espli. cilo della legge» il fine « assegnato all'istruzione primaria ». Improvvi– samente ei npre un passo che comin– cia così: « L'insegnamento religioso sia considerato come fondamento e coronamento di tutta l'opera educa– tiva)). Ciò significa che, mentre il metodo può essere quello della libe– ra ricerca, il fine è di dare per tro– vato in antici1)0 ciò che si cerca. Il fanciullo non sa nulla di tutto questo ed è perciò tanto più grave il pren– dersi giuoco di lui. Al fanciullo è data l'illusione di muover.si su un piano di spontaneità e di liberti, che non è queJlo reale, dal momento che la rap1)resentazio-– ne del mondo• che egli si formerà su quel piano deve trovare il suo fon– damento e il suo coronamento su un altro piano, che è quello dei dogmi della dottrina cattolica. Questa du– plicità di piani conoscitivi può es– sere ratale allo svilup1)0 armonico della J>ersonalità, iòopratutto alla for– mazione del carattere: essa riflette l'insinccriti, d.ell' intendimento del legislatore, il quale ha ignorato l'an– tinomia sostanziale delle due con– cezioni nell'intento di far trionfare incontrast11ta In seconda sotto le ap- 1)8renze della 1>rima. liana la libera determinazione del singolo in rapporto ali' esperienza cm considerata un tatto di natura: la libertà apparteneva esclusivamen– te allo spirito nella sua aristocratica assolutezza universale. L'autonomia dell'individuo e la sua libera forma– zione era esclusa a priori: l'indivi– duo era un vaso nel quale si sarebbe celebrato il processo dello s1>irito u– ni\'ersale e la ped.agogia idealistica era la descrizione di quel processo. Nelle scuole elementari l'adesione alla realtà del mondo dello spirito doveva avvenire attraverso l'acqui– sizione dei miti e dei dogmi della religione storicamente detem1inatasi nel paese. Per il Gentile la religione valeva appunto come rappresenta– zione mitica di quell 1 unità assoluta dello s1)irito che ,solo le classi socia]. mente pili elevate avrebbero impa. ralo a conoscere criticamente nelle scuole medie, superando così la pri– ma ingenua figurazione mitica. Volendo tener fermo l' insegna– mento della religione - o, meglio, della dottrina - cattolica, il legisla– tore attuale non avrebbe potuto tro– vare altra onesta giustificazione teo– ricn all'infuori di quella offerta del– la Chiesa stessa, la <1uale professa di conce,dcre la « libertà » di insegnare solo ciò che essa definisce la verità, non ciò che essa definisce l'errore, L'introduzione dell'insegnamento e non ammette che si insegni a cer– della religione cattolica nelle scuole care liberamente e a pensare con la elementari. si deve alla rifonna Geo- propria testa. Ma il legislatore non tile. Quella riforma discendeva da{jha avuto il coraggio delle proprie una premessa filosofica secondo la opinioni e ha preferito giustapporre, quale la libertà de111alunno, in ogni con disinvolta su1>erficialità, lo spi. stadio della di lui formazione, si tro- rilo e il metodo della libertà allo vava totalmente risolta nell'autorità spirito e al metodo dell'autorità. del maestro, unico portatore del _: mondo dello s1>irito. In una conce- Seguiamo dunque i nostri tanciu1- zione autoritaria come quella genti- li a scuola. « La vita scolastica - 569

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