Volontà - anno IX - n.10-11 - 1 maggio 1956

:stevano solo gli esseri acquatici: i vertebrati di oggi derivano tutti dai ,•crtebrati marini. <La legge di He– ckel ha fornito un solido argomento alla tesi dell'evoluzione. Secondo <1uesta legge l'evoluzione dell' em– brione .cJelle specie superiori ripro– duce in sommario l'evoluzione del– la -specie nel corso dei secoli. Così. gli embrioni dei mammiferi passano attraverso ad uno stadio in cui sono prov,,isti di branchie che ricordano J'e550re ae<1uatico. Il meccanismo di queste trasfor– mazioni è stata la preoccupazione costante dei biologi da <Juasi due secoli ma anche attualmente è lungi dall'essere interamente chiarito. J diversi organi apparsi suooessi– vamenle sembrano così perfettamen– te adatti .alla loro funzione da Iar rilcucre evidente a Lamark che sia– no state le condizioni di vita ad eri. gere dalla tale s1)ecie il tale llartico– lare adattamento: e quest'adatta– mento si è perfezionato nel corso delle successive generazioni 1>er con– durre infine ad un organo specializ. zato, J>erlettamente adatto alle fon. zioni che le condizioni di vita esi– mevano. E' così che le cicogne a. vrebbero acquisito delle gambe lun• ghc per vivere nelle paludi. J~• così che la vita fuori dell'ac<1ua ha ri– chiesto una respirazione aerea. Ecc. Questa storia infmitameute sedu– cente ha richiesto molto tempo, no– nostante l'ingenuità degli esempi in– vocati da Lamark, a perdere terreno in favore della teoria darviniana. Jn. fotti, se l'adattamento di un indivi– duo a cond,izioni di vita variabili traducentesi in cambiamenti organi– ci può essere osservato quotidiana– mente, non si è mai potuto stabilire 542 s1>erimentalmente che un tale adat– tamento possa essere trasmesso ere– ditariamente nei discendenti. -D'al– tra parte questi adauamenti condu– revano a modifiche di organi, ma co. me concepire la comparsa di un or. gano nuovo che mancava alle gene. razioni presenti? La comparua del– l'occhio è un ostacolo insuperabile per ]a teoria Iamarki.ana. Darwin ha fondato la sua spiega– zione sulla variazione spontanea for– tuita dei ,car.a:tteri iereditari della stessa portata, congiunta con la se– lezione naturale assicurata dalla lot. ta per la vita e che conclude con la sopravvi,·enza del più forte, del più adauo alle condizioni di vita. Da ciò la variazione degli individni prove– nienti dagli stessi genitori: un fatto che tutti possono constatare. La se– lezione naturale l)Otcva confrontarsi con la selcz·ione artificiale che da secoli praticavano i giardinieri e gli allevatori per 1nigliorare le Tazze delle piante o degli animali. ,La na• tura disponeva di migliaia di anni per compiere il lavoro che un giar– diniere realizu in qualche (iiecina di anni. l\1a se gli individui prove– nienti dalla stessa famiglia hanno dei caratteri variabili, gli uni al di sopra e gli ,altri al di sotto della me– dfa, non è provato che ,i discendenti delle migliori coppie di una genera. zione siano dotali di caratteri per cui la media sia migliorata. Gli scar– ti ra1>presentano una proporzione si– mile da una generazione all'altra. D'altra parte la lotta J>Crl'esistenza non concede sempre la vittoria al migliore, al piì1 evoluto: .anzi, molto .spesso accade il contrario. Ed anche .se la selezione 1t1aturnle fosse così ef– ficace quanto la selezione del giar-

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