Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

vacm,:.:e pa.gate per wuw, e qualche altro piccolo miovo Vtintaggio, ciò che non quadra affatto con le tesi del P.C. e della C.G.T. Cerchiamo, quindi, di liberarci dai destreggi<tmenti dia/euici. Ci si può chiedere dove Thorez ha trovato la sua « tesi». In iut,ri i casi non iri Marx, percltè se ci si riferisce <t Il Capitale, libro maggiore, esiste urui pauperi.zzaziorie relatjva, cioè la concorrenza e il progresso tecnico J>rovocano non la diminuzione dei mezzi di esistenza dei lavoratori, ma uno .miluppo (/i.sugu.ale del costo di questi mezzi e del guadagno (plusva. lore) prelevato dal capiwlismo. In altre parole, se il salario reale dell'ope• raio è stabile o aumetlla lentamente (perchè il fovoro deve riprodursi e i mezzi socialme11te necessari alla 6u« riproduzione evolvono anch'essi se• co,u/o gli avveniment.i, la storia, la morale societaria) il prelevamento ca– pitalista su.Ila produzione aumenta molto più rcipUlamente. Bisognerebbe · inoltre correggere le conclusioni di Marx, scritte in ·un'epoca in cui la co11corre11znera caratterist.ica. dell'economia, mentre oggigionio numerosi i,anveuti - Stato. si,u/acat~, legislazione - pesano sulle leggi del mercato. ilJ(t Thorez è forse uno scienziato che ha t,rovato nello 6tudio dell'eco. 11omia m0<lema delle nuove leggi. Se egli ha uno spiri.to scientifico, i suoi argomf'11ti non ne hwuw. Infatti egli confronta dei salari del 1954 e del 1936 pre,u./erulo cifre che servono il suo ragionamento, trascurando quelle che lo demolirebbero. I suoi fedeli, sempre pronti a rincarare, non cono• scono più limiti all'assurdità. Nel congresso della C.G.T. si è sentito u-n delegato dell'edilizia dichiarare che la condizione dell'operaio è, oggi, in– feriore a quella del Xlll ,secolo. Ed il dist,into economi.sta Bouvier-Ajam (ex-reazionario che ha aderito allo stalinismo) giunge a pur/are d'ww. pau– perizzazione della classe lavoratrice e( senza precedenti IWi tempi moderni)). Sarebbe utile chiedere a questa gente se hamw mai lavoralo con, le proprie mani o vissuto con un salario, e se non hanno mai sent,ito raccontare dai loro padri che cos'era la loro esistenza. Tutto lo 4orzo operaio, giustificato dal lavoro di confro,uo effettuato dn militanti tra salari di prima e dopo la guerra, ha portato all'aumen– to delle condizioni di vita dei salariati, affinchè il progresso tecnico gio– vi almeno in parte ai salariati. Il padronato mentiva insistendo sui van– i.aggi accordati al di fuori del salario propriamente detto (Sicurezza so. ciale, pensione per i vecchi, ecc.). E' stato relativamente facile dimostrare che il vofome globale dei salari non aveva variato in confronto al 1938 e che le rivendicazioni operaie erano quindi normali e logiche. Ma da questo <i dichia,rare ai lavoratori che vitiono più male che nel 1930 0 nel 1910 0 nel 1890 c'è la differenza che esiste tra il serio e la farsa. Parlare di pauperismo assoluto della classe operaia significa che non c'è niente dn fnre, nieritP àa rivendicare, che le lotte quot,idia,ie O quf!lle a lungn scadP11z(1, non luumo nessun scopo e che bisogna aspettare ... la presa del poi.ere del partito comunista. Significa rifiutare d'agire sui pro– blemi reali e <sperare,iell' Esercito rosso. I funzionari del P.C. e della C.G.T. sono forse di qu,est'av-viso, ma i 518

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