Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

che si diffondeva nella base demo– -cristiana. fanfani, dopo che Napoli scopri– va sempre di pili il suo gioco rea– zionario, costretto 11 diCcndcre am– biguamente la morta gora scelbiana, umiliato dall'aperta ribellione di « Concentrazione », battuto con l'e– lezione di Gronchi alln Presidenza, si trovava in tma situazione dilfici. le. Un"organica azione della sinistra di base, coordinata con un lungimi– rante spirito di iniziativa da parte lii Mnttei e con un°i11equivot.'a presa di 1,osizione da parte clcll'on. Vano– ni, a,rebbe potuto dare un nuovo corso alla polilirn del .Partito di maggioranza. F'u a questo punto che apparvero in luec meridiana i limiti degli uo– mini della sinistra DC da uu lato, e dei « notabili )) dello ~~I dalraltro. La bac:e contadina df'I parlito era in fermento, indignata per l'accan• 1ona111cn10 della riforma agraria gc• ncral(' t' per il compromesso Scel– ha sui patti agrari. I ~ltori ope. rai influenzati dal partilo, euCoriz– zati dai SU('t·essi dt•lla CTSL, si seu– ti\ano in ~rado di iivolgere un ruo• lo 1,il1 importanle. Catcgori.~ comt> qucllC' dep:11 impiegnti e dei profcs– t'ioni'lli 11011 avrvauo motivi di esse• rC' ~oddisfa11e dellrt poli1ica gover• nativa. La Pira era diventato un simbolo. La distene-ionc internazio– nale 1oglicva ap:li ohra11zisti gover– nativi una delle loro mii;diori armi propagandistiche. A,vcrtendo la mi– na<'cia, Fanfani bluffò 1·on una cer– ta audacia, e~pellendo il direttore di (<Prospettive)), Aristide Marchet– ti., popolarissimo comandante parti• giauo. e sospendendo i suoi più vi– cini collaboratori. La sinistra avrebbe dovulo coglie. re 1'01..-casionee accettare la sfida. Si (}Otevano mobilitare tutti i Cermenti d1e abbiamo indicato e rnetlere Fan• rani t.·on le spalle nl muro, esatta– mente come aveva fallo << Concen• trazione >1, scoprendo I' ahro suo bluff a pro1}0sito tli lMerzagora. 1 mezzi c'erano: la rivista t< Pro– speuive )l continuava a uscire, tre diffusi p:iornali del partito ('Ome« Il Popolo Lombordo )),• tt Il Popolo Veneto>, e e< Polil.ir" >i erano con– trollati dalla sinistru, (·he oltrt" in qLu-lli prima citati, era in magJ!iO• ranza in numerosi altri Consigli Provinciali. '\'a1uralmcnte molti t·rano int'erti, parel'chi esitavano, i piì1 ave,•ano le idee <·onEuse, ma sarf'bbr ba-;tata un' t·ncrgica presa di posizione di Mareora e Ripamonli a Milauo. di Arnaud a Torino. di Doril!:o nel Vf'– ne1O, di Pistelli a Firenze. di Gal– loni a Roma, di \1an·hetti a Varei-e. perchè Fanfoni dovcs.c:e 1cncr conto della loro ri.:olutf'zza e delle loro ri,·hif'str esa11anwnlc •·omr aveva le• nulo c·onto ccoblorto ('ollo )1 di quel– le degli Andreotli. dei Gonella, dei Pclla. Se quesli ultimi avevano i voli df'I gruppo parlamentare, gli altri avevano la simpatia e la fiducia del– la ba~e. C'era il rischio di farsi e- 11pcllcre in mas~a, naturalmente. ma c'era anche la possibilitll di impri– mere una svolta al partito, E Sf' alla pcriff'ria t.·i (o:ise staln una levata di scudi, al centro anche ll\1allci e \~a. noni avrebbero in una certa misu– ra dovuto impegnarsi. Anche ammc~so thc non si potes- 11co nou si volesse s(ruttare imme– diatamente quell'occasione, ci si po• teva auendere che la Sinistra, am• maestrata dall'esperienza, coordiua~– sc la sua azione, elaborasse un pia- 511

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