Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
-coincideva c·on gli rnleress1 1mme. diati di un solido gruppo economi– co-burocratico che controllava posi– zioni-ehiavc nel paese. Le insofferenze contro la reazio– ne politica ed i monopoli economici dei gruppi che si allacciavano a Dos– sett i cd a << Crorrache sociali >) rima– nevauo fermenti di intellettuali con· finali ad una marginale azione di denuncia. Nessuno dei « notabili >> della o.e. era diS[)O!"IO a muovere un pai.so in quella direzione. Nè Gronchi, sistemato alla presidenza della Camera, nè Dossctti, inutil– mente vice-segretario ciel partito, nè Fanfani. presto uscito dall'equivoco sinistrorso con la l'hiara assunzione di posizioni integraliste. Nessuno di questi dirigenti nazionali aveva il bcnchè minimo inleresse ad assume– re atteggiamenti <'he li poncs.scro in urto coi << fM<lroni del vapore>) che giudicano e comandano nello Stato e nel Governo. Le istanze di base non potevano quindi arrivare pili in là dei Diret– tivi Provinciali, nella migliore delle ipote~i. Ma un ~rave fonomeno economi– i·o, precisatesi in Italia negli ulti– mi tre anni, aveva modificai.o que– sta situazione. La scoperta in I1a– lia cli importanti giacimenti di pe– trolio, la posizione di privilegio ac. cordata ad un ente statale allorchè parevano improbabili rilevanti pos– sibilità cli siruttamento, determinò un contrasto di inleressi tra le prin– cipali << holdings >> italiane, inleres– sate a mettere subilo ed in pieno le mani su quesla nuova ricchezza na– .zionale, e il gruppo di e< notabili)) DC insediati all'ENI. Mattei ed i suoi amici si acc-or– .sero ben presto che i baroni dell'c- SIO lcttrici1a e dell'azoto, alleati del car– tello internazionale, volevano ridur~ re il loro ruolo a quello di !'-lempli– ci gestori nell'interesse altrui. E iu– tuirono le notevoli possibilità d1e il controllo, almeno temporaneo, dell'ENI, offriva loro. Essi non ave– vano, naturalmente, nessuna inten– zione di JoLtare a fondo contro i monopoli che dominano l'economia italiaua. Volevano semplicemente inserirsi, per con.servare e rafforza– re un'autonoma posizione di privi- · legio, nel dialogo dei « grandi » del– la nostra economia. E. almeno con. tingcntemenle, j loro interessi con– lrastavano con quelli dei for1i grup· pi monopolistici che non in1c11deva– no tollerare un controllo ahrni sn una importante ricchezza nazionale. Sot1oposto a pressioni di ogni 1i– po, interne cd esterne, :Malici ca– piva benissimo di non poler regge– re ali' urto massiccio delle (( hold– ings )). E tentò di procurarsi un ap– poggio nel campo politico, esatta– mente come di strumenti politici si avvalevano i suoi avversari per ten– tare di neutralizzarlo e di scalzarlo. Per la prima volta, dunque, le istan– ze di rinnovamento della base cat– tolica vennero a coincidere con gli j111ere!'-si frmnediati di un gruppo <·hc conlrollava leve di qualche im– portanza. Il« Piano Vanoni)) d1c. come lia ben individuato 1'on. Riccardo Lom– bardi, può evolversi in una specie di New 0Ntl italiano, am1)liando il campo della lotta almeno contro le più sfacciate tra le pratiche mono– polistiche, poteva diventare il vro– gramma d'incontro tra le velleità di Mattei e la sempre più accentuata iusoddizione contro l'immobilismo
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