Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

di cam1>0. Per la prima volta ci sia– mo anche accorti che è dirfieilc, una volta la scelta fatta, avere abbastan– za forza per diventare ciechi e con- 1inuare l'azione intrapresa. Era facile fin dai primi giorni - sopratutto i primi giorni - ricono– s(·ere dove stava l'ingiustizia e do– ve l101>pressione. Non credo che noi incontreremo mai una causa pii.1pu• rn e piil intatta di quella della ne. pubblica Spagnola al principio del– la guerra civilf>. Tuttavia. da quel momento noi avrenuuo dovuto sce– gliere tra la guerra e la pact'. Ci si dite,a che intervenire a favo– vore dei repubblicani sarebbe staio precipitare l'Europa nella guerra. Poichè Hitler e Mussolini non ave– vnno aspettato per aiutare Fronco, doveva esserci qualche cosa di logi– co in quell'avvertimen10. Il non-in– tervento [u dunque una di quelle ipocrisie, quale il pili sincero paci– fismo ne ispira qualche volta alla politica. Perchè una volta presa que– sta posizione, non si poteva soste– nerla che accecandosene sulle sue conseguenze e sulla menzogna che era diventata. Frattanto il campo che noi ave– vamo scelto perdeva della sua pu– rezza. La repressione conlro gli a– nurchici ed i procedimenti utilizza– ti dal partito comunista nelle file dei repubblicani, instauravano una tirannia presso i di1ensori della li– bertà. Era facile giustificare tali mi– sure: in tempo di guerra, il biso– gno di un ordine politico è tale che qualche volta è necessario sacrifi. cargli le ragioni stesse per le quali ci si balle. Ciò prova soltanto che la libertà non può nascere dalla guerra, Ma il combattimento cam. 500 biava di volto. Diventava quello di uu popolo utilizzato, che lo volesse o no, per i bisogni di un sistema e di un partito. La causa del popolo spagnolo conservava la sua purezza cd anche oggi essa rimane quella che era nei primi giorni. Ma non erano pili soltnnlo il popolo spa– gnolo e la sua liberti, che erano in gioco. Perchè gli uomini forono ben presto traditi, e noi potemmo assi– stere allo spettacolo che ci è noto, di una rivoluzione i cui primi eroi sono le prime vittime. Gli anarcl1i. ci furono sacrificati ai bisogni del– l"ordine e nello stesso tempo alle e– sigenze cli un partilo che non ave,,a come forza, in Spagna almeno, che quella di rappresentare un ordine. Il più grave è che la Spagna è sta– ta due volte tradii a da noi: quan– do abbiamo rifiutato di portare un aiuto ai partigiani della libertà che i loro nemici avevano incominciato ad asservire, e quando, una volta costoro vinti, abbiamo acconsentito che la Spagna rimanesse sola sotto l'oppressione, Ed ora il silenzio regna su di essa. A qualche passo da noi, un ridico– lo dittatore fucila ancora ogni gior– no degli uomini, In maggior parte dei quali, qualche anno fa, era ve– nuta in Francia nd aiutarci a vin– cere i nostri comuni nemici. Tutto ciò accade in silenzio, così come av– viene per i massacri compiuti in nostro nome al Madagascar, in Ma. rocco e in Tunisia. Questo silenzio organizzato dai nostri padroni, esi– ste tuttavia in virti1 del nostro ac– consentimento. È utile alla nostra tranquillità e noi ne conosciamo, da tanto tempo, la pratica e le virtù. E noi non siamo i soli.

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