Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

principali del loro disaccordu teore– tico, fu Marx a sbagliare. Weber, l'erede La figura di Max Weber non è ben conosciuta nei circoli rivoluzio– nari. Egli (u un liberale tedesco la cui influenza fu poco .cntita fuori della sfera accademica e che morì <iuando il suo progresso intellettuale ebbe raggiunto la punta <li massimo interesse. Dopo la morte, nel 1920, egli fu schedato semplicemente cowe nn altro profef.;,orc che aveva porta– to un contributo alla teoria sociale e politica. Ma il suo contributo fu tale da 6Vilupparc la teoria della lot– ta di classe al punto che noi possia– mo com1)rendere Ja ragione per cui la storia non si è svolta in questo secolo secondo le regole marxiste. Marx definì la classe nei termini del ruolo economico che un gruppo di indjvidui rappresenta nella socie- 1à. E' vero che nei suoi scritti me• no polemici egli ammise che l'atteg– giamento psicologico fosse parte de– terminante della classe, pel' esempio, nel suo 18 Brwnairc egli spiegò che i contadjni [rancesi, sebbene secon– do criteri obiettivi formassero una classe distinta, non potevano essere considerati uria classe a causa del 1oro orientamento psicologico l'uno verso l'altro: essi mancavano della consapevolezza della loro identità di interessi. Weber defmì In classe nei termini di opportunità cli vita obiet– tivamente determinate degli indivi– dui, e dimostrò che a detenninare il modo in cui gli individui devono vi– vere è in gran parte queHa posizio• ne che essi occupano vis-à-vis sia del mercato della produzione che del mercato del lavoro. Nell'analisi di Weber, quindi, la lotta di classe nel senso marxista è ancora un termine molto significativo. IMa Weber si ac– corse che la divisione della societi, in clmsi nou era ]a sola importante o ,1;ignificativa; egli si accorse che a spingere l'azione individuale o socia– le non era solo l'influenza del pro– cesso produttivo, ma che un'altra di– visione deJla società aveva l'effetto (liii potente su tulla l'azione umana, cd era la divisione di condizione. Egli non supervalutò il motivo pu– ramente economico come fece Marx. « Il potere economicamente con– dizionato non è senza dubbio iden– tico al potere come tale. Al contra– rio, l'emergenza del potere econo– mico può essere la conseguenza del ()Otere esistente su altre basi. L'uo– mo non lotta per il potere al solo scopo di arricchirsi economicamen– te. Il potere, compreso il potere e• conomico, può e~re apprezzato per se stesso. 1Moho spesso la lotta per il potere è condizionata anche dagli << onori sociali » che comporta >1 1 • La Forza dt-lla condizione sociale La condizione sociale viene defitll– ta nei termini dell'omaggio sociale accordato ad un uomo o ad un grup. po. La condizione non è equivalente al reddito del gruppo, sebbene le due cose siano generalmente colle– gate. Gli stessi onori sociali non ven– gono tributati ad un ricco allibra– tore che guida una Roll-Royce e ahi. ta a St. John's Wood e ad un artista famoso per la sua prodigalità, a un 1 1\-hx WEBF.R, Clau, Statw a.nd Party. 495

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