Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
Bakunin C un distruttore del Diritto. L'idolatra del diritLo proclama: « Vivai, justitia percat mundus J), mcnlre Bakunin grida ciò cl-ie Rabl'lais aveva già scritto: « }<"'a ciò che tu vorrai ». Coloro che amano comandare, sanno benissimo che il miglior modo di stabilire la loro potenza attuale e futura è di chiamare individualista tutti coloro che predicano agli uomini la libertà e l'insubordinazione. Così, tutti gli autoritari hanno trattato Bakunin di individualista, per poterlo far ap– parire come un essere antisociale, agli occhi della brava gente inoffensha, ma qualche poco limitata. Eppure Bakunin è tutt'altro che un individua– lista. Bakunin è l'essere sociale per eccellenza. E' l'uomo che non può vi– vere senza amicizie, senza compagni, senza il pili caldo ambiente fraterno. Non si potrebbe, oggi, contare i ((rivoluzionari)) che possono riHndicare per sè tali qualità perchè essi sono capaci di tradire un amico in nome di una ccidea)>. Anzi ne sono fieri. Essi chiamano qL1esto subordinar~i sin– ceramente alla collettiviti1, fonder!si in essa, essere socialista o comunista. Da11a sua pili tenera infanzia, Ilakunin provò un immenso bisogno di fra1ernitl1, di comunione .Intima con gli uomini. •Questa comunione, per Jui, era una condi7.ione nccesrnria della vita, era quasi la rna stessa vita. Se que. ~la intima comunione, questo amore reciproco arrivasse a prevalere. niente, egli diceva, sarebbe impossibile. Mentre si potrebbe benissimo Ggurarsi ~iarx osservando gli uomini dal– l'alto cli una torre e indicando loro 1a strada per radio, non sì potrebbe imaginare Bakunin che in mezzo ad una lruppa di compagni. Se ci fu mai uomo << zoonpolirikon )>, incontestabilmenle Dakunin ]o fu. Quando nella primavera del 1873, il rivoluzionario Debagory )fokrif'– vitch "·enne a Locarno per trovare Jlakunin, lo trovò coricato e che respirava con fatica, con il viso gonfio e delle borse sotto gli occhi. Alzandosi Baku– nin tossj terribilmente, non potendo respirare, il suo volto gonfio si fece bleu. Era giù in uno stato molto avanzalo di infiammazione renale, cro– nica. comp'licata d'ipertrofia del cuore e d'idropisia. I nemici esteriori non avevano potuto vincere questo gigante, nè spezzare in ]ui la speranza ed il coraggio combauivo. Ciò che tutti i suoi avversari insieme non erano riu– sciti a fare, la malattia potè farlo: il minor funzionamento dei reni portò l'intossicazione riel sangue e di conseguenza del cervello. Il corpo rifiutò al cerveJlo ogni sforzo superfluo. Certo iBakunin non scese fino al livello giudicato medio dai suoi contemporanei. Se si fosse trattalo <li uno SC'iP-n- - ziato di gabinetto, di un ministro, dj un teo.logo od anche di un principe della Chiesa, questo cervello avrebbe ancora posseduto un valore superiore alla media. irl'fa non bastava più, in tm lempo in cui sarebbe stato neces• sario un nuovo rovesciamcnLo di tutti i valori, per r.dottare un nuovo at– teggiamento davanti al mondo. Perchè un atteggiamento nuovo, una meta– morfosi de1lo spirito erano diventati necessari: la disfatta sanguinosa del proletariato parigino nel 1871, aveva <Hspcrso il riflusso della marea rivo– luzionaria, mentre 1a reazione sorgcnle da11a guerra civile con la coscienza della sua vittoria e una nuova era di prosperità capitalista sembravano pro- 492
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