Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
plinato e selvaggio. Ora, questo tratto potrebbe giustamente condurre l'uo– mo di cultura a gustare la politica di Bakunin. Nello 5tesso tempo e per la stessa ragione, Bakunin non potrebbe es– sere confuso con la folla di quei politici e di queg1i uomiril moderni in ge. nerale che sono o dei sadici del comando o dei masochisti dell'ubbidienza. Bakunio, d'altra parte e in un altro senso, non è molto più moderno. La nostra epoca è J'epoca del sistema Taylor, delJa ultra-razionalizzazione. non soltanto dell'economia e dei movimenti meccanici dell'uomo, ma an– che di tutta la personalità umana. L'ideale consiste nell'organizzare l'uomo confonnemente al principio del minimo sforzo, di farne una creatura che « rende)) sia dal punto di vista della proprietà privata, che dev'essere au• mentata, sia dal punto di vista della proprietà collettiva e dell'accresci– mento ,I; quest'ultima. Ora, per l'individuo non cambia niente che lo si razionalizzi nel senso dì Ford oppure di quello ai Stalin. Tutto Bakunin, il contenuto stesso dei suoi sogni, sono il contrario della razionalizzazione. Bakunin è caos, il poeta del caos. !Per Bakunin, i sogni dell'uomo hanno più importanza che tutte le realtà del mondo esle• riore. Bakru1in è poeta - è il caos. Perchè in fondo non è soltanto l'av. versario dell'ordine feudale e borghese: egli iè il nemico dell'ordine. Baknnin non è moderno. Non è un mercante ed invece oggi gli in• dividui e le l!ollettività sono dei mercanti. Ed è anche questa ]a ragione per cui Bakm1in è interamente incompreso dai più. Egli potrà ridiventare comprensibile solo in un'epoca che ne abbia i] tempo. Ma, oggigiorno, nè il capitalista nè il bolscevico ne hanno il tempo. Essi si comprendono meglio reciprocamente, di quanto comprendano Ba– kunin. Si rassomigliano molto più nella loro costituzione psicologica, nelle loro ,·irtù nei loro dzi, di quanto assomiglino a Bakunin. E" ciò che fa l'attrattiva di Bakunin. L'attrattiva d.ella sua vita e delle sue idee. In WJ libro sulla prima Internazionale, Gustav Jaeckh, uno scrittorello della social-democrazia di prima della guerra, ha de.finito Bakunin « eine politische Verbrechernutur >> (una natura di criminale politico). Se un de– molitore del Diritto è m1 criminale politico, M. Jaeckh ha ragione. Bakunin vuole spezzare tutte le tavole del Diritto che restringono la natura umana. Bakunin, mettendo l'uomo al di sopra del Diritto, è veramente, per la sua natura, un criminale, un demolitore, come del resto tutti i grandi uomini. E quando Jaeckh trova ciò spaventoso, quest'autore mostra semplicemente che ai suoi simili manca qualchecosa perchè possano comprendere la gran– dezza umana. BaKunin esige la soppressione di tutto ciò cb,e si oppone, nel « di. ritto», al fecondo divenire dell'uomo. !llakunin è con ciò che è nuovo, con ciò che diviene, con l'avvenire, contro il passato, il presente, il tradizio• nale. E' con la fecondità del cao3 contro ciò che è condannato a morire. Bakunin è una natura prometeica; vicino a lui Kropotkin è una specie di George Sand e Marx un poliziotto rosso, un funzionario della Ghepeu. 491
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