Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

della società, contro una forma inadeguata alla sua natura; si rivolta con. tro la razionalizzazione di tutti e di ciascuno in seno alla società umana, contro l'egemonia del principio del minimo sforzo, contro la schiavitù dell'uomo sottomesso a Dio e allo Stato, al dogma e alla teoria. Si rivolta contro tutti i padroni, qualunque siano i pretesti da essi invocati, qualunque siano i paraventi dietro i quali cercano di nascondere la loro volontà di po– tenza. Ed è così che si rivolta ugualmente contro la tirannia della scienza sull'uomo. « La scienza è la busrnla de11a "ita, ma non è la vita. Solo la vita crea le cose e gli esseri viventi. La scienz.ii non c:rea niente. Essa constata e ri– conosce soltanto le creazioni della \-'ila. E tutte le volte che gli .scienziati, uscendo dal loro mondo astratto, si immischiano di creazioni viventi del mondo reale, tullo quello che propongono o creano è povero, ridicolmente astratto, privo di sangue e di vita, morto-nato, simile all'oniunculus creato da Wagner. Ne risulta che la scieuza ha per missione unica di illuminare la vila non di governarla. Si può dire, degli uomini di scienza, come tali, quello che ho detto dei teologi e dei metafisici: non hanno nè sensi, nè cuo– re per gli esseri-individui e vivi. Non possono interessarsi che delle gene– ralità. La scienza è la perpetua immolazione della vita (uggitiva, passeggera ma reale, sull'allare delle eterne aslrazioni. Poichè la oua stessa natura l'obbliga di ignorare Pietro e Ciacomo, non bisogna mai permetterle, nè ad essa nè a qualcuno in suo nome, di governare Pietro e Giacomo. Ciò che io predico è, quindi, sotto certi aspetti, la ribellione della , ila contro la scienza, o meglio contro il governo della scienza. Gli individui sono inafferrabili, per il pensiero, per la riflessione, ed anche per Ja pa– rola umana che non è capace di esprimere che delle as1razioni. Quindi la stessa scienza sociale, Ja scienza dell'avvenire, continuerà necessariamente ad ignorarli. Ciò che abbiamo diritto di esigere da CS!la è che ci indichi, cou mano forma e fedele, le cause generali delle sofferenze indi,,iduali. Gli scienziati, sempre vresuntuosi, sempre vanitosi e sempre impo. tenti, vorrebbero immischiarsi di tutto, e tutte le sorgenti della vita ai seccherebbero sotto il soifio astratto dello scienziato. La vita è un'incessante transizione dall'individunle .all'astratto e dal– l'astratto all'individuale, E' questo secondo momento che manca aHa scien– za: una voha nell'astratto, essa non ne può più uscire )). Vicino all'uomo colto, il politico non ha mai goduto una fama molto brillante, rerlamcnte perchè il secondo non tiene conto delle sfumature, nè dell'individualizzazione, qualità la cui prima condizione è precisamente la cultura. Le osservazioni di llakunin sulla scienza permettono di vedere che egli, con l'individuo, fa inlervenire in politica un fattore nettamente indisci- 490

RkJQdWJsaXNoZXIy