Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956
!c~gcrulo la (( Confessione » ho prov.i.to anch'io nn senso di scoraggiamento, per('hè mi sono mutilo un po' d.isorientalo, per lo meno dal punto di vi– st:i 1>uramente sentimentale. iMa ,icordandomi subito che i sentimenti non costituiscono tutte le nostre facoltìt e che noi disponiamo anche della ra– gione, ho incominciato a riflettere sulla ((Confessione », a ciò che più ne .avevano scritto Nettlau, Polonsky e Saschiu, cd ho finito per giungere alle seguenti conclusioni: ] - Del tono di sotLomissionc adottato da Bakunin, bisogna puramente e semplicemente sottrarre tutta una parte che non rappresenta altro che for– mule di cortesia o d'etichetta in uso a quell'epoca e che non hanno mag– gior significato delle f.rasi stereotipate di cui ci serviamo oggi per scrivere una lettera di reclamo al prefotto della polizia borghese o social-dewocra– tica, quando incominciamo con il chiamarlo « Signore n e terminiamo as– sicurandolo della nostra << più alta considerazione ». 2 - Il residuo di umiltà che rimane ancora nel testo insieme .alle lodi prodigate al « glorioso Zar » e alla preoccupazione di sottolineare la gran– dezza del sovrano, possono, infine, spiegarsi in un uomo ]a cui forza pro– viene unicamente dal solo ordine psicologico, in presenza di un padrone temporaneamente onnipotente, perchè erano i soli modi di risvegliare la << gra1.iosa >> indulgenza dello Zar e di ottenere da lui il e< dono >) della libertà. Si potrebbe obiettare che la fierc:za di un rivoluzimtario doveva in– terdirgli di umiliarsi in quel modo e di prodigare .ilio Zar tali lusinghe. Secondo noi ci si può permettere giusto quel tanto di fierezza cui corri– sponde una nostra reale forza. Ogni .fierezza più grande di questa forza, rientm ne11a categoria delle malattie infantili del movimento rivoluziona– rio. Si può, eventualmente, esigerla dall'individuo a titolo di sacrificio, quando questa fierezza deve diventare un simbolo vistoso, capace di aiutare le ma~se a prendere maggiormente coscienza di se stesse. Nei processi di Germania e d'Austria, Bakunin ha dimostrato a sufficienza che egli aveva un coraggio di questo genere di fierezza utile alla ri"oluzioi'ae; non gli sa– rebbe venuta meno in un processo pubblico in Russia. !Ma i rivoluzionari debbono anch~ portare dentro di sè il coraggio di un Brest-Litowsk e sa– pervj sacrificare il loro orgoglio. Pensiamo a Lenin che si costrinse di ve• nire :t fare riparazìone onorevole all'ambasciata tedesca, dopo l'attentato commesso dai socialisti rivoluzionari di sinistra contro la persona dell'am– basciatore iMirbach. 3 - Nella sua <e Confessione " allo Zar, Bakunin si pente di tutte le sue idee e di tutti i suoi atti rivoluzionari e ne chiede perdono. Ci furono delle persone che presero sul serio il pentimento di. Bakunin. Esse no■ hanno riflettuto che l'uso di questa finzione costituiva per lui la condizione sine qua non di ottenere dallo Zar Nicola I ciò che il prigiouiero deside– rava, cioè la sua scarcerazione. Che questo pentimento abbia durato giusto il tempo necessario per ottenere questa liberazione, è dimostrato da tutta la vita ulteriore di Bakunin. 485
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