Volontà - anno IX - n.9 - 1 marzo 1956

.:.rie)) di sparare. Quando la disfatta sembrò inevitabile, avrebbe propo– sto di far saltare il .Municipio con tutto il governo. Questo consiglio non (u accettato. Allora, profittando di una lacuna nel cerchio delle truppe di assedio, organizzò la ritirata in buon ordine. di circa mille ottocento rivo– luzionari, con i quali contava di aprirsi un cammino fino in Boemia; ma questa truppa si disperse a poco a poco. iBakunin ed Heubner, membri del governo prov,,isorio, ,si recarono allora a Chemnitz dove, sfiniti dalla fatica, si rassegnarono di dormire. Nel corso del1a notte del 10 maggio 1849, dei borghesi di Chemnilz li sorpresero mentre ,dormivano all'albergo clell'1<An– gelo bleu )) e procedettero al loro arresto e infine li conse~rnarono al co– mandante di un battaglione prussiano. Non possiamo dire se quei borghesi riscuotessero i 10.000 rubli d'argento promessi nel 1847 dal governo ru~.io a chiunque riuscisse a impadronirsi di Bakunin. La cattura di Bakunin fece, in ogni modo, molto piacere al go,·erno dello Zar. Da molto tempo speravano di arrivarci. Un alto funzionario della polizia aveva una volta proposto dj coglierlo semplicemente e pura– mente all'estero; qualche uomo ben piantato, inviato in Europa, si sarebbe impossessato del criminale e l'avrebbe ricondotto in Russia. Le s1>ie di più. alto grado trovarono però che il procedimento non era comune. Que!-la volta, ncn appena ,•enne telegrafato l'arresto di Bakunin alla gendarmeria russa, il capo di quest'ultima spedl alla frontiera wt ufficiale ed una truppa di soldati con l'ordine di farsi rimettere i1 colpevole piedi e mani Jegati e di condurlo in una prigione di Pietroburgo. Lo Zar aveva avuto troppa fretta; fu costretto a pazientare ancora clue anni prima di avere BakLmin nelle sue mani. I Sassoni e gli· austriaci volevano essere i primi a sfogare su di lui il loro malumore. Per incominciare, fu rinchiuso nella prigione di Dresda, piena di insetti. Per condurlo agli interrogatori si prendeva la (lrecauzione di caricarlo di catene. Dopo due mesi lo trasportarono alla fortezza di Konigsstein, naturalmente sempre incatenato e inquadrato da sottonfficiali muniti di pistole cariche; inoltre un uUìciale precedeva ed un ~1ltro chiudeva il corteo; e in pili tutto il gruppo era circondato da fanteria. Per quanto la notle fosse nera. gli bendarono ugualmente gli occhi prima di entrare nella fortezza. La finestra della .sua cella fu chiusa con deJle assi inchiodate. Se noi avessimo qui lo spazio riprodurremmo le sue lettere scrjtte dalla prigione. Sono piene di saggezza e di coraggio; ma ancl,e di rimpianto per la ]ibertà e Ja società degli uomini. iPerchè in nessuno, forse, il bisoè,_•nodi sociabilità (u così profondo quanto in Bakunin: è questa, forse, la particolarità dominante del suo carattere. Egli preCeriva il contatto della gente cattiva alla solitudine. La morte non gli pareva affatto spaventosa, ma la tomba in una cella rinchiusa su di lui lo riempiva di spavento. Dopo di essere stato condannato a morte il 14 gennaio 1850, Bakunin vide la sua pena commutata in prigione a vita e fu in seguito consegnato all'Austria. Un distaccamento di carabinieri venne a prenderlo alla fortezza di Ko. njgssteine, alla frontiera austriaca, Jo rimise ad un plotone di corazzieri che lo condusse a Praga. 1n questa città, si ebbe cura di mettere dei sol• dati muniti di fucili carichi al di sopra e da ciascun Jato della sua cella. 483

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