Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955
~to - di capo-cantiere ». Non rigido, tuttavia, nelle sue opinioni, poichè riuscimmo, alla fine a fargliela can– tare mutata: con Ja classe media in luogo del J>ro1etariato, e invece di capo-cantiere, un impiego di stato. Inoltre: un ingegnere danese, che aveva obiettato non al suo servjzio di leva, ma al richiamo per l'ag– giornamento della sua preparazione nel maneggio di nuove armi, e ave– va già compiuto, in pratica, il ser– vizio sostitutivo: vegetariano e ri– spettosiS11imoanche dei suoi animali, tanto da essere avverso alla crema– zione, in <1uanto non è giusto di- 8lruggcre le vite e le possibilità di vita contenute in un cadavere. In– fine un olandese, studente per il di– ploma di assistente sociale, una ec– cezione, nel campo: esem1>io quasi perfetto di conformismo, tradiziona• lismo totale, conservatorismo politj. co al punto di votare, lui protestan– te, per il partito cattolico, perchè più Corte e più sicuro. Era venuto al campo, penso, per compiere un dovere contemplato nel suo program. ma scolastico, ed era solerte, preci– so, buon camerata e ottimo compa– gno d1 · lavoro. Comune a lui e a un suo connazionale, nè sconfessato da un terzo olandese, era uno strano modo di essere pacifista - portando il distfotivo del S.C.I. che mostra una una spada rotta dietro una van– ga su cui è scritto PAX (più ricordo chiesastico, o parola di facile com• prensione internazionale, o tutt'e due?) - e insieme dichiarando di essere pronti a far la guerra contro l'URSS, non contro gli USA. Questo non rifiutare la guerra che in una direzione, implicito anche nel com• portamento dei tre statunitensi sui quali mi sono potuto formare un giu– dizio indiretto, era proprio, cosa sorprendente, anche di un olandese che, caduto prigioniero dei giappo– nesi, aveva passato un paio d'anni a tagliar legna nelle foreste indonesia– ne (suo padre aveva la macchina, però, è dopo il campo avrebbe tra– scorso due settimane, con la famj. glia, in un albergo della Svizzera). Un cenno va pu.re fatto alla visita di un giornalista di New York, chç. pr un paio di giorno visse nel cam– po, lui e la sua ragazza, una h-an– cese. E' sintomatico che l'inchiesta, sui campi di lavoro europei, Cosse stata affidata a lui, giornalista epor– th•o, così come il suo modo di con– durla fosse sopratutto esteriore, in– teressato all'ambiente interno ed esterno e ai volontari come tipi-mac– chiette, più che ai loro pensieri, sen. timenti e giudizi. Occorre aggiungere, ormai che .sia• mo alla fine, qualche informazione pratica che concluda Ja descrizione e sia di consiglio, a chi volesse, in fu. turo, partecipare a iniziative di que– sta natura. Innanzitutto il problema delle lingue, che non deve spaven• tare: la lingua d'uso generale, per– chè conosciuta dal maggior numero dei partecipanti, era l'inglese; qui)!: di il francese per i provenienti dal– l'Europa meridionale e dei paesi an– glosassoni, il tedesco per gli scandi. navi: le disposizioni quotidiane e le discussioni venivano dette in inglese e immediatamente tradotte nelle a}. tre due lingue, se iosse stato neces– sario, anche in italiano. Con taluni danesi e scandinavi poteva servire l'esperanto. Ma le di{ficohà. lingui- 391
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy