Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

nomica e sociale italiana; le lingue ausiliarie internazionali e l'esperan. to; un breve racconto, da parte di ognuno, deJla sua vita, delle ragioni della sua partecipazione al campo, delle sue idee, dei suoi propositi; la lotta, in Germania, per far passare una buona (cioè sul modello dei pae. si anglosassoni) legge a favore degli obiettori ili coscienza, prima che sia troppo tardi; tulle seguite non tanto da dibattiti di idee, quanto da do– mande di chiarimenti, più da queste che da quelli: e ciò in omaggio al clima de] campo, dove l'atteggiamcn• to intelJettuale prevalente era ili u– miltà, di obiettiva curiosità, di vo. lontà di ascoltare e di cercare di ca– pire i sentimenti e le opinioni altrui, di informare, mai di voler imporre o dimostrare o propagandare i propri. Una conversa7,ione sull'anarchismo, le correnti principali che lo rappre• sentano e i limiti·, non necessaria– mente bre,,i, della sua validità odier. na, è mancata per l'improvvisa par– tenza di chi doveva introdurla e con– durla: ma nei frequenti accenni da me latti, come dalle mie prese di po– sizione in _vari argomenti, ho tro– vato, salve poche eccezioni, piì1 in– teresse che repulsione, più meravi– glia e sincero desiderio di farsi idee chiare io proposito, che negazione. Argomenti di frèi1uente discussio– ne in diversi momenti della gior– nata e in piccoli gruppi, sono stati: situazione e problemi razziali ne– gli U.S.A. (non con accanimento, nemmeno da parte degli interessati, bensì con competenza, da parte lo– ro, mista ad obiettiva accettazione del fatto, pressapoco come da noi si può parlare della inumana mL~eria del sud, ma s""enzapassivismo - e come attuali, quei discorsi, dopo il linciaggio dell'adolescente di Chica– go e la sfacciata assoluzione dei car– nefici!); questioni di educazione at– tiva; la 'J>Olitica,sopratutto come in– formazione sulla situazione partiti– ca nei vari paesi, raramente come critica di strutture, o come confes. sionc di una posizione individuale. Da rilevarsi che la religione, per quello che so, non è quasi mai sta– ta oggetto di discussione; anzi ho notato non solo indifferenza ai pro– blemi relativi (che potevano essere, nel campo, in prevalenza di carat– tere conlessionale all'interno del cri– stianesimo) ma vero disinteresse: quasi a cosa in pratica, come peso, sul piano della vita normale, di tutti i giorni, inesistente (controprova che in effetti solo in Italia e nei paesi ispanici la chiesa grava tanto da in– fastid.ire quotidianamente). Dei partecipanti grosso modo può dirsi che circa la metil fosse in qua]. che modo impegnata: ai suoi prin– cipi di pacifismo attivo, a una di. retta obie7-ÌOne di coscienza, a un lavoro sociale, a un desiderio di co– municazione interumana, e interna•·· zinalc, a una posizione politico-so– ciale definitivamente avanzata; gli altri eran venuti, forse, prevalente-– mente per motivi pratici: essere in compagnia di altri giovani, passar le vacanze senza spendere, J>nrlare al– tre lingue, ecc.; quantunque proba– bilmente i due moventi -fondamen– tali, quello teorico e quello pratico, si intrecciassero in ognuno, e sia solo di 1oro gradi, qujndi, che si possa parlare. Inoltre, e sopratutto, questa mia divisione, artificiale e ripensata, non ha corrisposto a una effettiva se– parazione nella quotidiana vita del 389

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