Volontà - anno IX - n.7- 1 dicembre 1955

non-russi non è riuscita finora a s1>ezzare la sete di libertà. I Soviet hanno da tempo rinunciato a gua– dagnare al loro sistema gli ucraini, i lituani, i ]elioni, gli estoni, e i po– poli caucasici e centro-asiatici. Nel caso dei popoli piccoli, la « solu– zione » dei problemi nazionali è il genocidio: che sarà ormai comple– tato nella prossima generazione per i greci e 1>er le minoranze tedesche. Nei riguardi dei popoli ucraini, bal– tici ed nitri, gli sforzi si concentrano in primo luogo nell' eliminazione della « intellighentsia », che si tro– va quasi senza eccezioni nei campi di lavoro e le cui. famiglie sono de– portate in Siberia e nell' Asia cen– trale. Al coperto di questa « pacifi– cazione » forzata ed apparente, son– necchia la volontà di insorgere e li– berarsi. Se, negli ultimi anni, i par– tigiani dell'Ucraina e degli Stati baltici hanno dovuto limitare la propria lotta, ciò si deve non a una minor volontà di resistenza dell'op. sizione nazionale, ma al fatto che, senza l'aiuto materiale dell'Occiden– te, condurre una guerra partigiana è, alla lunga, impossibile. L'élite intellettua]e dei campi ab– braccia un totale di circa 300. 000 uomini di cultura superiore appar– tenenti a tutti i popoli dell'U.R.S.S., che rappresenta un potenziale di resistenza intellettuale della cui portata difficilmente gli occidentali riescono a farsi un'idea. Si. tratta d.i uua classe intellettuale colta di tune le età dai pochi sopravvissuti delle grandi CisLka 1936-38 fino ai di– ciaseuenni di una scuola superiore di Leningrado che volevano « abbat. tere il governo». Per questi uomini, il campo è « un'università della re- sistenza )). Lungi dal rassegnarsi, es• si continuano ad imparare e ad edu– carsi, si scambiano molteplici espe– rienze e, nelle loro discussioni, fog– giano il mondo di domani. Gli interessi di questa élite spiri– tuale - una vera e propria Interna– zionale cui appartengono J>Tigionieri anche delle nazioni al di qua della cortina di ferro - non sono circo– scrilti ai problemi dell'U.R.S.S. Le grandi <1ucstioni politiche, socia1i e scientifiche dell'Occidente, la cui so– luzione essa sn legata al proprio de– stino, np1>artengono ai suoi interessi pili vivi. La condizione dei contadi– ni italiani, le cause del comunismo in Francia, lo stato dei popoli di co– lore nell'Africa del Sud, sono di– scussi con lo stesso interesse dei pro– blemi interni dell'U.R.S.S. Non e– siste al di qua delJe frontiere sovie. tiche un corpo che, per la sua cono– scenza profonda dei problemi inter– nazionali, per il suo ardore di ]iber. til, per la sna ·disposizione a battersi in nome della libertà, gareggi con ·questa c1asse intellettuale. iEssa è convinta che gli sforzi intensivi eco– nnmi dell'Occidente e le forze libe– rali dell'Oriente riusciranno a sal– vare la libertà dalla più grande mi– naccia alla quale sia mai stata espo• Sia. Alla morte di S1alin, l'Unioue Sovietica era, dal punto di vis1a del– Ja politica inlcrna, matura per il crollo. I suoi popoli attendevano che venisse in loro aiuto un'offensiva po– litica del mondo libero . .Ma i governi dell'Occidente decisero di attendere e si lasciarono sfuggire una grande chance storica. L'unica luce venuta dall'Occidenle in quei mesi decisivi 377

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