Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955
poste si percepiva più uno schema prefissato della situa:ione italiana cliei il desiderio di vederla chiarn ... >). Un altro degli. interrogati, J>rofcJ.:iorca Venezia, ha rilevato: « ... voi avrete in, risposta molte opinioni e molti sug• gerimenti, ma continuerete ad ignora-re cle1 tutto le scelte dei vostri corri. sporident.i. gli atteggiament.i che essi t1d-0tteranno nei casi concreti, il Joro impegno: la clist«nza tra il ,lire ed il fare è in Italia più grande che dap. pertutto allrove ... ». La limitazione pili grave è slnla avvertita dagli stessi redattori della rivista: da Miche} Frnnçois che ba trovato nooessario im. mettere col suo saggio un poco di « fatti » nei troppi « discorsi » (pag. 1447 a 1482); da J. M. Domenach che nella nota introduttiva constata: « ... è certo e/te lt,, grati. pari.e degli. i.J11ellettrwliitaliani ll-Oti. applicano il Loro s:>i• rito nello stesso 1110<.lo nostro. S0110 più preoccu1>ati di spiegazioni storiche e di teorie d'avvenire. Noi li troviamo talora astrau.i. Essi ci rispo1ulo110che sono meno astratti di noi, che pretendiamo di se;:.iom,re ed orgmiizzare un mondo reale che essi t.eutano solwnto di interpretare nella sua comp'lcs– sità. Le loro tesi, certo, soddi.sfa,l-0 ,ti. pii,, lo spirito - ma lo im1,eg11ano mcmx ..• Non u' è dubbio che da uesstma pllrte il peso della storia è così grave e così leggermente cu;cet.lat.ocome i,i. questo r>aese,dotato d'un pas• saio di wnto prest.igio ed in cui le élites sono state saturate di lwgelianismo crociano. Ma il presente, di cui (la rivisu,,) disegna l'immagine malcerta e Sf)esso criulele, il presente no,i. richiede un ini.f)eg,w men.o preoccu11ato delle proprie ipotesi e piii. preoccupato delle proprie responsabilità? ... ». Tuttavin, <inante riflessioni son suscitate con quest'indagine. Quale st.i• molo ed aiuto a pensare la condizione attuale del nostro paese e di noi- 1>01>0!0-italianoche l'abitiamo, condizionati a compiere qui ora ciò che riteniamo i nostri doveri, ad affermare qui ora ciò che riteniamo i nostri diritti, eredi d'un passato antico e lontano e recente estremamente gra• vato <1iillibertà e di miseria (dì quella miseria che include la la.me e 1a paura. che chiude i cuori e le menti), e più o meno chiaramente tesi verso un avvenire che invece almeno avvii a forme di vila più umane, a co– S1ruzione d'una societit aperta, a 6lrade di libertà alfine di pace di gioia. L'indagine di ES.PRIT, come s'è accennato, è esclusivamente politica: "osi se ne accentua la se1>arazione dal molteplice reale della società ita• liana: sia nella poca parte che vi è di attuale cioè Catti e idee.volontà che ~on anch'esse fatti; sia nella gran parte inattuale cioè puramente storica o ideologicn. Con la unica eccezione delle pagine tratte da Scotellaro, H soggetto fondamentale di tutti i djscorsi è sempre: come sia costituito e come abbia funzionato e come funzioni e come si vorrebbe far funzionare ]o Stato ita– liano, e che effetti sian reperibiJj o desiderabili a risultato della sua azione. Ben curiosa analisi, che sempre postula implicita proprio la definizione di Stato che noi anarchici sosteniamo corrispondere alla sua realtà, cioè l'io. sicme degli organi mediante cui piccoli gruppi realizzano e conservano il J>roprio predominio sull'insieme della società, da cui il dualismo perma– nente tra società e Stato. 279
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