Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

è un problema che sia solo a cuore agli interessanti, e cioè agli aluni e agli insegnanti che talvolta sono co– strelli a svolgere l'« aho magistero » financo nelle slalle o nella più lurida stamberga, ,si potrebbe obieltare J>er– chè gli inseb'llanti non si agitano a] ·fine di ottenere la soluzione di quc• sto annoso J>roblcma. •Macosa possono fare gli insegnan– ti senza la collaborazione delle fami– glie, che spesso sono ostili agli in– segnanti stessi percl1è in loro vedono il funzionario dello stato, qualcuno che è contro i loro interessi. Proble– ma complesso dunque, che è proble. ma di educazione e non soltanto del. Ja scuola primaria e secondaria, ma delle famiglie, e su su ilìno ai più a). li strati della società. Non deve il compagno Viola dire che gli insegnanti scioperano soltan• to per aumenti salariali e che la scuo• la prh•ala è una riserva per nrroton– dare lo stipendio! Ed anche se que– sto fosse vero, di chi è la colpa? De– gli insegnanti che hanno il capriccio o l'ingordigia di arrotondare lo fìli- 1>endio? Bisogna avere il coraggio di indi– ,,iduare il male dove veramente sta, di risalire all'origine dei mali di cui la scuoia soffre oggi. Inoltre mi pare che si drammatizzi quando si vuole vedere la scuola in funzione di una mentalità autoritaria in contraslo con i principi della pe– dagogia moderna. Oggi la scuo1a italiana si vn nutrendo di elementi gio\'8ni che, anche se non sono anar. chici, hanno assimilato i principi della pedagogia moderna, hanno stu– diato su testi in cui hanno potuto at– tingere principi libertari di educa– zjone, di attivismo, di auto•go,·erno, di solidarietà. Senza essere né pessimisti né ot– timisti ma realisti, si può affermare che l'educazioné nuova, che molto si è scostata dai metodi tradizionali; anche con tutti gli inceppi che tro– ,•erà nej programmi ministeriali, tro– verà la strada per penetrare negli animi delle future generazioni. Certo, tante cose bisogna bene J>enderare: che il fanciullo non eta a scuola per la maggior parte della sua giornata, che fuori c'è la strada con i suoi tentacoli che lo aspettano, Ja famiglia, entro cui spesso il fon. ciullo dovrà assistere a degli spetta– coli disgustosi, c1unndo non deve fa– re la fame, e quella magra porzione che gli p(\ssa la refezione scolastica costituisce il suo unico cibo della giornata, il cinema, i giornali, tutte cose che hanno gran parte nella edu– cnzioue del fanciullo. Allora, considerando tutto ciò, quanto piccolo diventa il compito della scuola oggi. A volte penso che l'opera dell'insegnamento ha una strana somiglianza con la tela di Penelope. Non diciamo, quindi. crisi della scuola, ma decadenza clei valori del– la persona umana che aspetta di es– sere riabilitata in tutti i setlori deUa vita sociale. PIERO R1cc10 N.d.lt. - fovi1fomo clii, Ira i no.slri lettori, lavora nello uuolo per la sc11olaad air riore una discussione di problemi concreti, ron una ~olida base di elementi di fono, .sen::o generatiti, - clie zon b11onecomf' punto cli orrit:o, non come punto di partem:o. 329

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