Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

municazioni, l'autosuHìcicnza è, tan– to dal vunto di vista morale che al. l'atto pratico, cosa che riguarda tut– to il mondo. ,Ciò nonostante, ogni nazione, e all'interno di ciascuna na– zione, ogni famiglia, s'affanna per essere un'unità autosufficiente, in grado di << pagare per quel che le abbisogna ». In conseguenza di che, la metà dei genere umano è in cenci e muore di fame o <1uasi, mentre nell'altra metà del mondo i magaz. zini rigurgitano derrate alimentari, <licotone, di manufatti pei quali non si riesce a trovare mercati di sbocco. Gli Stati Uniti hanno immagazzi– nalo l'anno scorso un sovrappiù di generi alimentari per un valore di 8.500 milioni di dollari e undici mi– lioni di balle di cotone (vale a dire, 1>il1 di quanto non ne possegga tutto il resto del mondo). Parlando di questo problema in un meeting del• la lnternational Federation o( Agri– cultural Producers, telluto n Roiirn, il Segretario all'Agricoltura degli Stati Uniti, Mr Benson, accennò alle misure che si stanno prendendo per risolverlo, e fra tali misure è com– presa la riduzione del suolo colti– vato: « li terreno coltivato a fru– mento è stato diminuito del 30 per cento nel corso degli ultimi due anni, e quello del cotone - del 28 per cento. Nel 1955 la arca coltivata a riso sarà diminuita del 22 per 100; i coltivatori del tobacco, a loro vol– ta, vanno limitando la loro produ– zione». E <1uesto, ad onta del fatto che il mondo ha oggi veramente bisogno non di piìi automobili o di 1>iùcalze di nylon, ma di maggiori quantità di alimenti e di vestiario. Durante gli anni che vanno dal 1946-47 a} 1954 la produzione mondiale dei generi lo della popolazione, sebbene, se– alimentari è aumentata del 25 per cento, i I che vuol dire che ha ap– prossimativamente seguito l'aumen. lo della popolazione, sebbene, se– condo afferma la U. N. Food and Agriculture Organization, tali au– menti siano stati ineb•-uali. Ma più grave è il fatto che i priJni calcoli preventivi J>er l'anno 1954-55 segna– no, per la prima volta dalla fine del. la guerra in poi, che ]a produzione mondiale degli alimenti non •presen– ta un incremento sensibile su.Ila pro– duzione degLl anni precedenti, Causa di <1ucsto: un clima meno propizio in alcune zone, e Jc « riduzioni del suolo coltivato negli Stati Uniti». · La F.A.O. dichiara che tale sta– gnazione della produzione agricola è causata dai programmi di autosuffi. cienza nazionafo e dall'enfasi che molti paesi hanno dato all'importa– zione di merci d'uso (capital goo<ls: macchinari e materiali da costruzio-. ne). Questa situazione potrebbe es– sere in parte aUcviata da una dimi– nuzione delle tensioni internazionali e da una maggiore facilitazione cle. gli scambi monetari. Ma esiste la possibilitì, di risol– vere tutti quesli problemi? Noi non esitiamo ad nffcrmare che non ve ne può essere nemmeno una, in regime capitalista. LPer il signor Benson, rapprese,1- tante il capitale americano, il pro– blema si pone in questi termini: « A meno che Je nazioni non impa. rino a commerciare su di una base reciprocamente profittevole, il pro– blema dei surplus agricoli in certi paesi, e delle <leficienze in certi al– tri non potrà mai essere risolto >>. Pel dott. Dndley Stamp, proCesso– rc di geografia sociale alla Scuola di 313

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