Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

piego, nè inpieghi alla caccia di indi• \idui. Noi dobbiamo cercare il modo di bilanciare gli uni agli altri ». Come deve n1onar male quella Cra. se, fin troppo familiare: « Vogliamo un margine che ci :permetta di nego. ziarc », per quanto ovattata possa es. sere, all'orecchio di quanti, uomini o donne, ricordano i giorni dell'nnte– gucrra, <1uandoessi erano proprio le \ittimc di quel «. margine che per– mette di negozia.re ». La Con.federazione dei Datori di la,·oro vuole aumentare la produzio• ne mediante la s:Cerzadella fante. In regime capitalista i lavoratori J>OS· sono es.1>Cre forzati a produrre di pili sol che vi sin, in coda davanti ai can– celli, un suHìciente numero di di. soccupnti 1>ronti a prendere il po- 810 di CJUelli che se la pigliassero con llemnrn. ln altre parole, la 1>ro– du.tione numenterà quando il nume• ro dei disoccupati sia maggiore. Ma quC!to non basta. Secondo la Con(ederazione dei da– tori di Ja,•oro la situazione economi• u migliorerebbe nel nostro J>llC:SC se le, indu111rie producessero di J>iil e con maggiore efficienza, se il governo dcs~c un tnglio non solo allo 11pc11e per le forze armate, ma anche a quel. le del « WcHare State » e delle in– dustrie nazionalizzate, se il numero delle J>ersone disoccupate fossero quattro volte quel che è anualmcn– te e la pressione delle rivendicazioni gaJariali fosse diminuita. ln altre pa. role, ~ i lavoratori producessero di pii1 e ricevessero di meno in com– J>f!ll!O del loro lavoro. Ma che razza di regime economico è <1ucsto? Allo stato attuale, la produzione delle manifatture inglesi - stando a quel che ne dice il Journal della Ca– mera di Commercio (eettembre 1955) - è aumentata in ragione del 33 per cento, dal 1948 ad oggi. t aumentato neUa slessa proporzione il livello di sussistenza? Il (alto che una grande <1uantità di salariati sta ipotecando il proprio avvenire a delle società di costruzione ed u sindacati per acqui. sti a credito, onde assicurarsi un tet• to e poche suppellettili, sta certa– mente a indicare che i vantaggi della aumentata produzione non sono per loro. Ma, forse, la ma.uima critica che si 1>0ssa fare al capitalismo è che le sue preoccupazioni sono J>Cr i J>rO• fìui e non per i bisogni. Solo com– prendendo questo fatto (oudamen- 1ale è possibile comprendere le con- 1r11ddizioni del sistema e In perenne minaccia di crisi. Solo allora è pos– sibile rendersi conio del fotto che la parola « e16cienza » ha sotto il capitalis:mo un significato diverso ed opposto a quel che assume quando sia usata in raJ>p0rto ai bisogni uma– ni. I:: certamente un errore credere che « mercati • e « bisogni wnani ,. sinno sinonimi. La produzione è re– golata in bnsc ui primi (« quel che occorre all'Agricoltura>> - ha dello Mr. Benson del governo statunitense - «sono i mcrca1i») 1 mai in basf" ai secondi. I « mercati che pili rapida. mente si esJ>andono » e sui quali, se. condo il giornale della Camera di Commercio, noi dovremmo concen– trare i nostri sforzi sono « i mercati euro1>ei •· I bisogni umani, invece, sono maggiori in quelli « dell'Estre• mo Oriente e di alcuni paesi dell'A~ mcrica Latina », dove, 'Secondo la re– lazione della Unitcd Nations Food and Agricoltura! Organization (14- IX-'55) « il consumo rimane ancora al disotto dell'estremamente inade- 311

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