Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

nell'U.R.S.S. e negli Stati Uniti cor– rispondevano effettivamente alle teo– rie esistenti in queste due nazioni. O, ancora, chiedersi se i motori nazio– nalisti dei movimenti d'emancipa– zione dei popoli coloniali non na– scondono dei •pericoli per l'organiz– zazione ugualitaria del mondo. O, in– fine, se le società dove esiste una cer– ta libertà non sono maggiormente minacciate dalle propagande totali– tarie delle società fortemente gerar– chizzate. Questa curiositi"t verso le differen– ze tra vocabolario e fotti ci è sim– patica, e noi avremmo volentieri partecipato al confronto, con il no– stro bagaglio d'esperienza ed il me– todo di tabula rasa capitale prezio– so del movimento libertario. ~fa ahimé!, ]a discriminazione si è maniCestata. Non la discriminazione razziale (vi erano tra i delegati, ara– bi, giapponesi, birmani e negri) nè la discriminazione d'opinione (il socialista argentino Americo Ghiol– di era presente, come il « tercero– frentista » Ardao dell'Uraguay) ma la separazione tra intellettuali con diploma, titoli e garanzie, cd i rap• presentanti autentici di certe renltI1 sociali. Molta gente di destra (quan– tunque questo termine non ci piac– cia, pcrchè conduce a pensare che gli staliniani sono di sinistra), e po– ca gente di sinistra (anche questa espressione non è valida perchè pre– feriamo un liberale alla Salvcmini ad un totalitario rivoluzionario). Ma sopratutto, dunque, una differenza cli c1asse, non nel senso marxista, ma dal punto di vista dell'osserva– zione. Certamente queste osservazioni so. no mal espresse. Degli esempi saran. no piit espressivi. 308 Quando dei vegetariani si riuni– scono in un congresso ci sono molte probabilità che la maggioranza sia composta di persone che hanno od hanno avuto mal di fegato. Quaudo degli uditori vanno ad ascoltare un'esposizione di psiconalisi è pro– babile che siano soggetti a dei com– plessi. Ebbene, abbiamo creduto di poter notare che gli intellettuali riu– niti a Milano si preoccupavano del– l'avvenire della libertà nella misura in cui la loro Jibert:'t era minacciata. I capitoli della confereuza (somi– glianza e differenza tra i sistemi eco. nomiei dell'occidente e dell'oriente; le rivalità tra i metodi di sviluppo delle regioni depresse - capitalisti– che e sovietiche -; i problemi posti da una società di massa; le forze co– stanti che contribuiscono a sviluppa– re una società libera) sono stati 1rat– tati da e per gli intellettuali, atluali o possibili membri degli stati mag– giori di direzione nazionale o inter– nazionale. In nessuna occasione si è follo sentire la voce di coloro che parte• cipano o subiscono come uomini a volte lucidi ma umi associati l'evo– luzione. In altre parole, abbiamo sentito esprimere le inquietudini, Je aspirazioni e le volontà di una certa categoria sociale, gelosa sopratutto di non perdere le sue prerogative morali e materiali. Gli intellettuali sono ansiosi di sapere se i] diritto di ricercn, d'espressione, d'intervento è minacciato dallo sviluppo societario; ma non sembrano terrorizzati dal di– venire dclJe « masse ». Ed esiste presso di essi, anche quando non c'è da dubitare della lo– ro ,buona volontà, l'ignoranza quasi totale di ciò che è la chimica sociale

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