Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

dai quali sarl1 pericolsoo sortire per formulare critiche, prospellare prob)e. mi nuovi e soluzioni ardite, in quanto l'orchestrazione prefabbricata dalla fazion<' politica uon lo consentirà che se contenuta nei limiti voluti. Così i sindacati continueranno a tentennare, certi funzionari continue• ranno a sbagliare, le (ederazioni politiche contiueranno a proteggerli, tutto Pa1>parato burocratico continuerà nella sua debilitante [unzione, le cari– che parlamentari contiuueranuo a straziare la lotta cli classe e a nulla sari1 ,,alfa la nostra critica in sede di Congresso. Questa la realtà! Restiamo noi, che non ci contentiamo di essere « una delle voci cli base » in seno alla C.G.I.L., ma vogliamo anche essere t1na partf' attiva, viva, ascoltata nel movimento dei lavoratori. Per raggiungere questo scopo, in succinto, i compili degli anarchici sono &emplici: lottare 1>erl'emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento padronale, dallo Stato inquisitore e dall'inganno dei partiti e del parla. menlarismo. Questi com1>iti fondamcnlali compori ano: lo studio dei pro– blemi dei lavoratori, il loro dibattito nei sindacati, la partecipazione di. rella alle lott~ proletarie, la pro1)8ganda del metodo dell'azione dirella, l'impegno morale di rimanere sempre coerenti con i principii dell'anar. chismo, non sottrarsi alle responsabilità sindacali in seno ai sindacati di base, quando i lavoratorì ci accordano direltamcnte e sponlaneamenle la loro fiducia. Nell'azione sindacale, gli anarchici dovranno compi~rc ogni sforzo per essere considerati i migliori, irreprensibili sotto ogni aspetto. Non perdersi in attivitì, sterili, non fare una legge dell'adesione ad una organizzazione sindacale, ma persuadersi che la denuncia ai lavoratori delle pecche delle centrali e dei dirigenti sindacali, può essere più facilmen1e ascoltata se esiste una presenza critica degli a1wrchici nel loro wno. Nei sindacati, gli anarchici devono invitare i la,•oratori a combattere le illusioni del riformismo e i tradimenti delle burocrazie sindacali. De– vono altresì convincerli della nccessitù di staccare i dirigenti sindacali dal– le nomine e dalle attività parlamentari; devono adoperarsi, infine, per far nascere in loro i sentimenti della giustizia, della libertù, della solidarietà, del rispc110 della persona e delle idee che le sono intime. Questi nostri postulati sono accessibili a tutti e le nostre porte non hanno catenacci. J\:Ja non credo che « le altre lor.te di minoranza», nefln C.G.I.L., inleressate a « spoliticizzare >> il sindacato, anche se sono ad es. <1uelledi « Unità Popolare>), vedano, per il loro indirizzo politico, il pro• blema .come noi lo ,•edinmo e possano pronunciarsi con altreltanta spre– giudicatezza. UMBERTO .MARZOCCHl 299

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