Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

mento, trinciano sentenze, distribuiscono consigli, suggerimenti, profezie,. senza mai azzeccare il punto giusto della questione. Della corrispondenza di A.. Chessa - la cui presa di posizione nel mo– vimento operaio vorrei fosse tenuta da mohi compagni nostri non inclini alle organizzazioni sindacali, proprio per l'attivo dinamismo che dagli altri lo distingue - possiamo ritenere, ai fini della di-scussione, questa inten. zione, che è poi un richiamo a11a concordia e all'azione di tutti gli anar– chici: (C Che non ci sia proprio un rimedio per degli anarchici - che sia proprio impo5sibile intenderci ed agire anarchicamente per trovare solu-, zioni .anarchiche più o meno concordate tra di noi? ». Penso che tale in– vocazione fa riferimento alla questione sindacale, poichè di quella si parla nella corrispondenza, ed in tal caso raggiunge quanto scrisse Volontà (nu– mero 4) a commento appunto di un .articolo di Tassinari: « Veramente, è giunto a momento per gli anarchici che si occupano di attività sindacale: sotto, chiaramente, con idee che davvero si animino di libertà, dentro la stessa C.G-.I.L. - perchè i capi sentano le voci dei lavoratori >> e quanto scrissi in un articolo apparso su Umanità Nova (n. 34~35): -<< Solo l'azione sarà capace cJi ricondurci a1la fiducia reciproca, ma per Ja sua messa in moto è necessaria 1a concordia piena, sincera, reale fra tutti gli anarchici ». Questo bisogno di unione, di concordia e di coerenza, da tutti noi anar. chici profondamente sentito, 1>uò benissimo essere determinato dal « ti– more di compromettersi .in una società estremamente politicizzata >J, come ben dice il Tassinari. Infatti la politicizzazione dei sindacati non può non preoccuparci e svegliare in noi delle diffidenze. Anche pcrchè nella C.G.I.L. non v'è soltanto la politica dei partiti, la «partitocrazia», da spoliticiz• zare, ma tutta l'impostazione dei suoi dirigenti al governo, di partecipa~ zione alle campagne elettorali per ]e elezioni politiche ed amministrative, jJ che contrasta con la politica anarchica che dell'astensionismo fa una questione di principio fondamentale. [Purtroppo serpeggiano nel movimento operaio formazioni che lasciano intravedere una correzione all'astensionismo anarchico, conservando tut– tora la denominazione di anarchici, e noi sentiamo, al di sopra di tutto, il peso di una realtà che non consente evasioni; se v'è qualche anello de11a catena che non ne sopporta il peso, è meglio che salti in aria perchè gl( altri si ricongiungano con maggiore forza. Nella C.G.I.L. non vogliamo essere un partito di maggioranza, ma un pugno di nomini che vi portano d.elJe idee, jn comune con gli altri anar-, chici ed jn perfetta armonia ideo]ogica con essi. E ciò anche perchè siamo convinti di una evidente realtà: finchè ]a lotta assume il carattere di una quere1a tra i partiti politjci per la conquista del potere, e i lavoratori, dentro e fuori dei sindacati, saranno 1rascinati jn queste querele e divisi per dei Ieticci po1ìtici, non vi potrà essere una ricostruzione sociale vera– mente profonda della vita. Non è da stupirsi se le prime cure le riserviamo per noi .. Dalla nostra 296

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