Volontà - anno IX - n.6 - 1 novembre 1955

preistorici quegli anarchici che addiriltura hanno votato in occasione dello ultime Amminislrative. Non dubito, ad es., della buona fede di Aurelio Chcssa che in « Corri– spondenze » (Ad,mat(I <lei.Refrattari. 13 agosto 1955) si preoccupa e si di– spiace di una asserita « politicizzazione» degli anarchici operanti nel set– tore sindacale, sia nella USI (Unione Sindacale Italiana), sin nella C.G.l.L., del cui direllivo fra l'altro fanno porte, o addirittura nelb UIL. Sono con. \'into della utilitit e della necessilìt della critica purchè, chiariti inizial– menlc i termini linguis1ici coi c1nali si discu1e e raggiunto un accordo sul loro significato, si J>roponga un'alternativa alla posizione crilicata, nella ideologia come nella prassi. Non mi pare che l'alterna1iva sia stata posta o chiarita, nella lettera di Chessa che allocca la partecipazione degli anar– chici ai sindacali; ci si limita ad auspicare una « posizione coerentemente anarchica », che è come dire un appello alla purezza. E qui giungcrit opportuna una chiarezza terminologica: spedficare che cosa hllendiamo con le 1>ar0Jepoli1ica e sindacato. Poli1ica riassume In lolla per il polcre. La differenza fra anarchici, liberali e totalitari è, grosso modo, ques1a: i primi sono persuasi che il 1>otere è il male e ritengono possibile una società senza classi e privilegi. Gli ultimi a1>provano una società ferreameote organizzata e pianificala e, se comunisti, la considerano come uno s1adio preliminare alla società senza classi. 1 liberali infine, e io fra questi, pessimisti sulla natura del– l'uomo, cercano di condizionare 1n lotta per il 1>otere, considerata inevi– tabile, con determinate guarentigie J>olitico-giuridiche che consentano un minimo di Jiber1i1 individuale e un ricambio delle classi dirigenti. (iMi si scusi la grossolaniti1 della semplificazione). Il sindacato è im·ece un'associazione di lavoratori che dalla storia e dall'esperienza hanno appreso come solo l'unione possa opporsi ai pri\•i• legi della classe capitalistica e limitarne l'oppressione. La necessità di organizzarsi ha peraltro determinato la politicizzazione dei sindacali (in Europa) o la creazione di burocrazie sindacali onnipotenti (America). Ci sono movimen1i rivoluzionari che sappiano es1>rimcre dal loro seno uomini che poi 11011 ambiscono al ruolo di 1>olitici e di burocrati? Chi ha conosciuto gli anarchici. sa che su loro può contare anche se il timore del o:: Capo», per ragioni opposte che per gli altri partiti politici, conduce ad eccessi polemici e a reciproche diffiden7.C. Ma io ammiro so– pratutto chi en1ra a dar vita in organizzazioni che 6i battono contro lo srrut. tnmento della classe operaia, chi melle alla pro"a del fuoco la sua ideologia. In fondo, diciamolo francamente, è molto facile affermare: « non subirò mai il fascino del potere >> dinchè si rimane alla finestra. È par1eciJ>aodo a un'assemblea di associati, è nella chiamala che da essa ci viene, è nelle res1>onsabilità che essa ci affida, che un individuo ha modo di sperimentare 290

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